Le parole sono importanti e l'ignoranza è un'arma di cui avere paura.
Sarebbe meglio non prendere posizioni, rimanendo sulla bilancia delle emozioni, sempre pronti a mettere e togliere pesi.da una o l'altra parte
Non tollero alcun fondamentalismo, chiunque sia che lo pratichi: cristiani, ebrei, musulmani, poiché ogni storia ha un percorso, ha radici in un passato che non viene mai messo in relazione e in ogni avvenimento c'è sempre una causa e un effetto e soprattutto è la risposta ad un misfatto subito.
La cattiva informazione è un arma pronta a sparare su tutto, su chi non ha un'opinione e se la costruisce sulle immagini spesso terrificanti che scorrono sui video. Questo vale in modo particolare per i bambini che hanno una spugna nella mente sempre pronta ad assorbire notizie, paure, angosce
Ascoltano i genitori con le loro istintive reazioni sul momento, senza più capire, senza rassicurarsi più su come va il mondo.
Com'è facile dividerlo in due, tra buoni e cattivi, i tedeschi sono tutti nazisti, i palestinesi sono guerrafondai, i musulmani spietati assassini, gli irlandesi terroristi, i cinesi commercianti senza scrupoli.
Suddividendoli poi ancora in insiemi e sottoinsiemi come a casa nostra facciamo con calabresi, siciliani e romani e poi con commercianti, orafi ecc..per finire con i vicini di casa o addirittura con quelli che costituiscono le nostre famiglie.
Eppure. Eppure l’ignoranza è qui, è in questo: in una divisione in due che semplifica e che presuppone un buono e un cattivo, un giusto e un violento, un moderato e un religioso, un onesto lavoratore e un immigrato clandestino.
Chi ha figli è ancora più responsabilizzato a darne una versione chiara dei fatti. il giusto arbitrato tra bene e male che sono equamente distribuiti in ogni società.
Senza mettere in secondo piano l'opportunità di ampliare il discorso inserendolo in un più vasto contesto come il rispetto delle religiosità degli altri, la condizione che ogni libertà termina dove inizia quella dell'altro. Il sapere leggere l'occasione per dire con la propria testa al di là dei fanatismi e dalle voci della piazza, come è successo per la vicenda "Charlie". Saper dividere le convinzioni di parte con quelle etiche e morali di un mondo più giusto.
Deve saper disgiungere terrorismo da ideologie, di chi usa la fede che non gli appartiene per compiere atti ignobili. gruppi jihadisti da musulmani.
Non è facile parlarne, occorre prendere le distanze e mettere a fuoco da un altro punto di vista, più lontano di quello delle emozioni, per fare in modo che possono capire e farsi una giusta idea sui fatti, seminare con loro il giusto seme per il domani, far si che abbiano per coscienza la verità di se e degli altri nel mondo in cui vivranno.
Forgiandoli non al fuoco della nostra inadeguatezza, al'infarinatura delle nostre superficialità, all'odio del tifoso che si schiera a vita da una parte o dall'altra di un muro.
Hanno dieci o undici anni e non vogliamo che vedono film violenti né che abbiano videogiochi di guerra. L’unica violenza con la quale sono in contatto è quella del mondo reale, o peggio quella dentro l'ambito familiare.
Poi quando capita li abbandoniamo come bottiglie alla deriva senza nessun messaggio dentro.
Molte notizie, molte immagini sui telegiornali scorrono come acqua di fiume, ma quando avvengono questi episodi eclatanti come è accaduto per attentato contro il settimanale satirico, le immagini della sparatoria e l’ondata di emozione provocata, suscitano nei bambini delle domande alle quali è sempre più difficile rispondere, o addirittura li ammutolisce e nel silenzio cercano da soli delle risposte che possono essere fonte di angoscia.
Arriva così indisturbata, capillare e pressante che la scambiano per la realtà.
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