martedì 10 febbraio 2015

a Silvia x

Le parole che scrivo vorrei fossero sassi da lanciare 
nello stagno delle emozioni, cosicché 
infinite onde si propaghino giungendo alle tue rive, 
Restando a galla, senza lasciarsi cadere nel fondo,
rendendomi schiavo di nuova nostalgia.
Senza poter mescolare le nostre esistenze
che liquide scivolano dentro gli occhi.
Tutto ruba il cuore e nulla è più come prima,
Con il silenzio che c'è, che ti passa vicino lungo i marciapiedi,
ma non sa nemmeno lui dov'è finito coi pensieri.
Soltanto il pensiero di te mi conduce sempre da qualche parte,
prende tempo per pensare, non ascolta mai e non farà mai ciò che dico.
Rallento e mi fermo. lascio che passi, dando la precedenza.
Indugio ogni volta, per scoprire qualcosa che gli altri non hanno visto,
in quell'ombra che prima non c'era,
che un pittore saprebbe mettere in risalto.
Non saprò mai se legge le mie parole, se legge in cucina,
ritornando da fuori, con il giaccone ancora addosso semiaperto.
oppure nell'androne ancora incredula e incerta per quei pensieri
prima ancora di salire le rampe di scale,
Non lo so, ne lo saprò mai.
Mi guardo le mani ancora sporche di parole d'inchiostro
come se tutti i pensieri si fossero raccolti lì
Mille volte l'ho scritta e mille e più riletta
potrei dirla ormai a mente e tuttavia mi chiedo
se tutto questo abbia un senso,
facendo si che il nostro tempo non sia trascorso invano.
Segui le onde, non so dove ti porteranno
ma voltandoti indietro, sentirai che ne è valsa la pena.
Non ho altro da stringere tranne la nostalgia,
solo chi manca può riempire il vuoto che ha lasciato.
perché nella sua fragilità non ha certo misura la bellezza.
E lei d'amarmi, in fondo me l'ha detto.

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