martedì 10 febbraio 2015

io ti vedo x


Su di lei l'affanno di un giorno
rampicante parassita lungo le vertebre
a spezzarle la schiena
sottile giunco piegato al vento
retto dalla forza del suo animo
il suo bel viso di donna
che il tempo eluso non appassisce
35 riflessi di diamante puro
a sfumarne il colore e disegnarne i tratti
guarda la tenerezza con cui poggia
la mano su questa mia guancia
dentro ai suoi occhi è la luce di mille stelle
c'e più pericolo di perdersi in essi
che la vita in un duello a borsa nera
è lei quel vento che spira
che gonfia le vele nei miei polmoni
quell'aria che sposta le nuvole
e fa volare stormi d'uccelli
le sue gambe sono stalattiti
percolate goccia su goccia
a ritmo di una danza
e zampilli di passione nelle vene
e la sua anima
quintessenza stretta tra le costole
delicata gabbia
dove risuona dolce la sua voce
suono fresco e vellutato
col tremito del batticuore
viaggiatore naufrago
tra quelle sue mirabili colline
dune di un deserto
forme sinuose d'orizzonte
accarezzate in lontananza
da un desiderio clandestino
e nel suo sguardo
di sfuggente timidezza
dipinto sulla tela dalla mano di un pittore
che lo fissò per sempre
i suoi capelli
cresciuti tra le radici dei pensieri
aureola sciolta sopra il cuscino
di me disposto a vegliarne il sonno
per ammirarne la semplicità ed i suoi fianchi
scogli tra le anse di un mare calmo
sfondo di un isola, umido muschio
dove l'umanità ebbe inizio
la sua pelle adolescente
di seta pura
scorre sotto le dita
e la sua bocca
una conchiglia
colma di frutti di madreperla
mostrati in modo irriverente
da quel sorriso suo assiduo frequentatore
ed i suoi seni
due tenere piccole arance
così adatte nel suo leggero andar nel mondo
sembra sia sempre lì pronta per spiccare il volo
con quei due stinchi d'airone
a tenere in equilibrio
la fiamma della sua vocazione
e dalle narici
qui entra il profumo della vita
respiro d'aria viva
ossigeno che brucia nell'impazienza
nei giorni vissuti di monotonia
con la testa rivolta all'avventura
nell'attesa venga esaudita una preghiera
e non c'è peccato per amore che Dio non perdona
e la sua nuca
diadema delicato
caldo respiro di un amante
distinse l'uomo dalla donna
per quel tocco di magia qua e là
a sconvolgere i sensi
gioco di linee ed ombre
tra quelle dita
onesti scarni rami di carezze
gesti che parlano senza parole
ricordi di ieri nelle filastrocche infantili
ed il suo cuore
evidente dettaglio
palpabile e vivo
ancora da spremere
immesso in profondità
risalto di particolari che l'occhio trascura
preda di un battito
tumulti in una voce che parla con la sua anima
giunta dalla cavità dell'udito
cammeo nascosto sotto i capelli.
Dolce anima non smettere di sognare
ricorda per sempre, come io ti vedo

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