sabato 31 dicembre 2016
L'ultimo giorno dell'anno
.
E' tempo di bilanci, da cui nessuno può esimersi.
Le ore si susseguono in un flusso
che scorre senza soluzione di continuità.
Spinte lentamente, scorrono via con l'alito della vita,
come nello specchietto retrovisore di un’auto.
E il ticchettio del tempo, nel suo in deflesso trascorrere
non si coniuga per ognuno allo stesso modo,
poiché non esiste un unico tempo assoluto,
che dimostri che la natura sia meno assurda di come appare.
Chi crede nella fisica, sa che la differenza tra passato,
presente e futuro è solo una persistente e testarda illusione.
Siamo fatti di atomi, piccole particelle in moto perpetuo
che quando sono distanti, vengono attratte una dall'altra,
per poi respingersi una volta che si giunge troppo vicini,
e scorgere infine di avere inutilmente cercato
nel mondo ciò che il mondo non era in grado di offrire.
Chi è passato attraverso una tempesta,
conosce cosa vuol dire giungere in porto dopo tante peripezie
e ritrovare finalmente la calma, lo sa bene,
poiché mai ha assaporato vita più dolce.
I ricordi di quella gioventù tanto agognata e ormai svanita.
Ho creduto felicità, una certa esteriore allegrezza.
Il giungere di grida e di risate da sotto quelle maschere
così belle e colorate di contentezza,
dove si nascondono le più mere malinconie.
Così prese dal curarsi del mondo, da non avere amore di sé,
dissipato per l'effimero piacere degli onori, di grandezza,
di ricchezza, di infiniti divertimenti e di piaceri.
Quelle apparenti felicità, io ormai le lascio a voi,
a voi che cercate il vostro bene al di fuori,
lascio che il Dio, in cui credete, le offra pure a chi vuole.
Io per me ho già tutto quello di cui ho bisogno.
.
PeSte©2016
sabato 24 dicembre 2016
Natale
Strano non trapeli come ogni malattia
soffochi l'animo e perturbi le nostre membra,
il Natale che si avvicina è la dimostrazione
di quanto la gente desideri essere felice
e cerchi di realizzare i propri sogni.
Quindi i “non", i "mai”, i “vorrei ma non posso“
di questi tempi, sono tutti da cancellare,
altrimenti non attirano verso di noi persone e situazioni
in sintonia con le nostre energie e i nostri pensieri.
Non vorrei che la catena che si sta forgiando per voi
fosse ben più lunga e pesante di quella di Ebenezer Scrooge,
individuo assai tirchio, insensibile e detestato da tutti,
meglio conosciuto come il personaggio principe
del racconto "Canto di Natale", scritto da Charles Dickens.
E le mancanze non vengano catalogate
come semplici ritornelli, del tipo: "Se solo avessi saputo..."
"Sarò buono" o "Prometto di non farlo mai più!",
Per quello che vi riguarda le scuse adesso stanno a zero,
e la vostra condizione, detto in confidenza,
traballa ormai come le gambe di una vecchia sedia.
In un giorno che assomiglia sempre a se stesso,
ma non è mai come gli altri, è doveroso ammettere
che degli altri abbiamo necessità e bisogno,
per giungere a conoscere la verità di noi stessi.
Senza addobbarsi come un albero di Natale,
di forme e di colori altrui che non ci appartengono,
per mettere a nudo e donare la nostra anima.
Perché a Natale non succede nulla per caso,
e sentire la bellezza nel cuore e farla nostra,
in un attimo, nel modo più magico possibile,
farà sentire di alleggeriti dal peso di una vita intera.
Buon Natale a tutti!!
soffochi l'animo e perturbi le nostre membra,
il Natale che si avvicina è la dimostrazione
di quanto la gente desideri essere felice
e cerchi di realizzare i propri sogni.
Quindi i “non", i "mai”, i “vorrei ma non posso“
di questi tempi, sono tutti da cancellare,
altrimenti non attirano verso di noi persone e situazioni
in sintonia con le nostre energie e i nostri pensieri.
Non vorrei che la catena che si sta forgiando per voi
fosse ben più lunga e pesante di quella di Ebenezer Scrooge,
individuo assai tirchio, insensibile e detestato da tutti,
meglio conosciuto come il personaggio principe
del racconto "Canto di Natale", scritto da Charles Dickens.
E le mancanze non vengano catalogate
come semplici ritornelli, del tipo: "Se solo avessi saputo..."
"Sarò buono" o "Prometto di non farlo mai più!",
Per quello che vi riguarda le scuse adesso stanno a zero,
e la vostra condizione, detto in confidenza,
traballa ormai come le gambe di una vecchia sedia.
In un giorno che assomiglia sempre a se stesso,
ma non è mai come gli altri, è doveroso ammettere
che degli altri abbiamo necessità e bisogno,
per giungere a conoscere la verità di noi stessi.
Senza addobbarsi come un albero di Natale,
di forme e di colori altrui che non ci appartengono,
per mettere a nudo e donare la nostra anima.
Perché a Natale non succede nulla per caso,
e sentire la bellezza nel cuore e farla nostra,
in un attimo, nel modo più magico possibile,
farà sentire di alleggeriti dal peso di una vita intera.
Buon Natale a tutti!!
giovedì 15 dicembre 2016
I bambini di Aleppo (Syria).
Per noi ci sarà sempre un'altra opportunità.
Coltiveremo la nostra vita, senza preoccuparci,
di quello che accade intorno. Forse nevicherà.
Forse ci spaventeremo per un improvviso palpito
che non sappiamo cosa l'abbia generato.
Mentre comincia ad essere adesso,
ciò che tutti vorremmo fosse domani.
Non svellere i germogli, lasciali crescere nei campi,
dispersi segmentati in un altro dove,
con nomi che nessuno comprende.
Lascia viva in loro la speranza,
di un nuovo inizio, di un nuovo mondo.
.
Peste@2016
Coltiveremo la nostra vita, senza preoccuparci,
di quello che accade intorno. Forse nevicherà.
Forse ci spaventeremo per un improvviso palpito
che non sappiamo cosa l'abbia generato.
Mentre comincia ad essere adesso,
ciò che tutti vorremmo fosse domani.
Non svellere i germogli, lasciali crescere nei campi,
dispersi segmentati in un altro dove,
con nomi che nessuno comprende.
Lascia viva in loro la speranza,
di un nuovo inizio, di un nuovo mondo.
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Peste@2016
domenica 4 dicembre 2016
Anima
Ho più anni di una quercia,
e se d’antico e fuori tempo suona quel che dico
è per sottrar parole a questo tempo impudico,
dove sembianze, secolarizzazione ed apparenza
costituiscono il nocciolo duro dell'esistenza.
E tutte le domande trascendentali, la vita e la morte,
il sesso, il linguaggio, la precarietà dell’eterno …
sono di un'intensità tale che cadono di senso.
Si vive d’una sola vita e non è eterna,
occorre d'esser pronti al passaggio del testimone,
invece io m’aggrappo ai sogni: nemmeno fossero veri,
nostalgico d'un male strano, intangibile, senza dolore,
forse d'un pensiero troppo classico per il presente.
Il mio è un abuso di potere, un eccesso d'arbitrio,
una condizione troppo personale di questi tempi.
Un concetto per altro assolutamente superato,
giacché pattuire compromessi con il proprio vero io
pare sia la scelta più giusta da operare.
Fa pena una voce che illumina le proprie disgrazie
d’una luce troppo saggia, spaventa per la rinuncia
a tutto quel che per altri è necessario.
I fondo i confini dell’anima, per quanto a fondo tu vada,
non potrai mai trovarli, neppure se dovessi percorrere
ogni sentiero, tanto profonda è la sua misura.
Così datemi del “perdente” giacché non ho conquiste da esporre,
trofei da tendere, possessi da reclamare.
Solo un vano sperare, prima che giunga l'eterna disperazione,
ormai inutilmente supino nel fossato d'un muto abisso,
fiero di orgogliosa epigrafe: "In vita sono stato".
e se d’antico e fuori tempo suona quel che dico
è per sottrar parole a questo tempo impudico,
dove sembianze, secolarizzazione ed apparenza
costituiscono il nocciolo duro dell'esistenza.
E tutte le domande trascendentali, la vita e la morte,
il sesso, il linguaggio, la precarietà dell’eterno …
sono di un'intensità tale che cadono di senso.
Si vive d’una sola vita e non è eterna,
occorre d'esser pronti al passaggio del testimone,
invece io m’aggrappo ai sogni: nemmeno fossero veri,
nostalgico d'un male strano, intangibile, senza dolore,
forse d'un pensiero troppo classico per il presente.
Il mio è un abuso di potere, un eccesso d'arbitrio,
una condizione troppo personale di questi tempi.
Un concetto per altro assolutamente superato,
giacché pattuire compromessi con il proprio vero io
pare sia la scelta più giusta da operare.
Fa pena una voce che illumina le proprie disgrazie
d’una luce troppo saggia, spaventa per la rinuncia
a tutto quel che per altri è necessario.
I fondo i confini dell’anima, per quanto a fondo tu vada,
non potrai mai trovarli, neppure se dovessi percorrere
ogni sentiero, tanto profonda è la sua misura.
Così datemi del “perdente” giacché non ho conquiste da esporre,
trofei da tendere, possessi da reclamare.
Solo un vano sperare, prima che giunga l'eterna disperazione,
ormai inutilmente supino nel fossato d'un muto abisso,
fiero di orgogliosa epigrafe: "In vita sono stato".
venerdì 2 dicembre 2016
Angeli & diavoli
Anche un angelo ha le sue debolezze,
e non è permesso di viziarle, né di ignorarle,
tanto meno di trattarle come cause perse.
La' fuori c'è un mondo che non perdona
e non si cura di assecondare le proprie inclinazioni,
tanto di più la nostra crescita personale.
Diversamente che senso può avere vivere,
se non si mette il cuore, la vita, la faccia,
e in gioco tutta la nostra storia.
Anche un angelo se negli occhi ha tatuato il cielo
quando un sogno cade si schianta sul fondo
La vita chiede comunque di essere vissuta
e si convive con l’ansia di non esserne all'altezza.
Tranquilla niente è perduto tutto è ancora in ballo
e dopo una lacrima un sorriso vale sempre il doppio.
Siamo angeli o diavoli due parti della stessa medaglia
stessi due lati della stessa feroce battaglia.
O magari, siamo solo piccoli vasi d'argilla,
che rischiano l'inganno di credere di essere
ciò che non siamo. Fatti di una componente forte e una debole
che si nascondono dietro interminabili attimi di esitazione.
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PeSte©2016
domenica 27 novembre 2016
Ipocrisia.
Ricordi di quando eri una splendida incosciente
e misuravi l'incoscienza spingendo le tue esperienze oltre il limite?
Quelli si erano bei tempi.
Aspettavi il rettilineo giusto,
quello con cui poter prendere la rincorsa e lanciarti decisa in ogni nuova consapevolezza, senza curarti se la ricompensa
sarebbe stata proporzionale alla sofferenza,
purché continuasse a fluire adrenalina nelle vene.
Rammenti il bisogno che avevi, di provare quel brivido in più
nell'incertezza di un momento irripetibile?
L'azzardo a cimentarti con te stessa e con l'ignoto
e alla fine tirare quel sospiro di sollievo per lo scampato pericolo,
che ti faceva sentire così vitale?
Hai permesso al tempo di aumentare la tua coscienza
relegando l'incoscienza ad un ruolo sempre più marginale.
Milioni di particelle positive elementari ti hanno abbandonato,
disperse nel vento del sotterfugio, del compromesso.
Guarda come ti sei ridotta. Sforzi quel sorriso ipocrita
per nascondere i tuoi stati d'animo palesemente contraddittori.
Hai perduto quell'unica sorta d'impronta inconfondibile
per cui ogni cosa sembrava avere un nome proprio unico assoluto.
Accetti la resa incondizionata quella che appaga le parti in causa
ed è solita spargere parole concilianti in contrasto con i pensieri,
ma quello che provi tu non è umiltà vera,
è solo un omaggio che il vizio rende alla virtù,
per trasformare la tua apparente moralità nello squallore dell'ipocrisia.
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PeSte©2016
e misuravi l'incoscienza spingendo le tue esperienze oltre il limite?
Quelli si erano bei tempi.
Aspettavi il rettilineo giusto,
quello con cui poter prendere la rincorsa e lanciarti decisa in ogni nuova consapevolezza, senza curarti se la ricompensa
sarebbe stata proporzionale alla sofferenza,
purché continuasse a fluire adrenalina nelle vene.
Rammenti il bisogno che avevi, di provare quel brivido in più
nell'incertezza di un momento irripetibile?
L'azzardo a cimentarti con te stessa e con l'ignoto
e alla fine tirare quel sospiro di sollievo per lo scampato pericolo,
che ti faceva sentire così vitale?
Hai permesso al tempo di aumentare la tua coscienza
relegando l'incoscienza ad un ruolo sempre più marginale.
Milioni di particelle positive elementari ti hanno abbandonato,
disperse nel vento del sotterfugio, del compromesso.
Guarda come ti sei ridotta. Sforzi quel sorriso ipocrita
per nascondere i tuoi stati d'animo palesemente contraddittori.
Hai perduto quell'unica sorta d'impronta inconfondibile
per cui ogni cosa sembrava avere un nome proprio unico assoluto.
Accetti la resa incondizionata quella che appaga le parti in causa
ed è solita spargere parole concilianti in contrasto con i pensieri,
ma quello che provi tu non è umiltà vera,
è solo un omaggio che il vizio rende alla virtù,
per trasformare la tua apparente moralità nello squallore dell'ipocrisia.
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PeSte©2016
sabato 26 novembre 2016
Un capolavoro artistico
Le prima storia fu narrata nell'interno di una caverna.
L'uomo capì che la sua voce poteva fugare la paura del buio.
L'incontro con le ombre, l'esistere dei miraggi nella mente.
Egli iniziò a descriverli insieme alla realtà che aveva intorno
con graffiti disegnati impressi sulla volta della grotta.
Disegnare animali uno accanto all'altro, suggerì
di poter creare un branco e far rivivere le scene della caccia.
Alla fine però nel guardarla, vedeva solo miseri segni
senza anima e senza vita impressi su quel muro.
Nessuno era in grado di immaginare le sensazioni vissute,
la corsa, l'affanno, la gioia, la disperazione, la paura.
Solo più tardi, in un altro tempo, la narrazione si è
arricchita di impressioni, di contorni, di luci e di colori.
L'incapacità dei nostri antenati di descrivere la bellezza,
con i loro occhi spalancati nel buio, possiede le stesse difficoltà
del tentativo, attraverso la scrittura, di trasmettere
un'immagine per coloro che non erano presenti.
Descrivere un'avvenimento, riproporre la realtà,
che solo agli occhi sembra sia permesso di vedere.
Lo stesso senso di impotenza che provò Michelangelo
di fronte al suo Mosè al quale domandò "perché non parli?"
Ecco cos'è per me un capolavoro artistico. Uno sconfinato sentimento di ammirazione per come l'artista è riuscito a condividere la sua esperienza di bellezza
L'uomo capì che la sua voce poteva fugare la paura del buio.
L'incontro con le ombre, l'esistere dei miraggi nella mente.
Egli iniziò a descriverli insieme alla realtà che aveva intorno
con graffiti disegnati impressi sulla volta della grotta.
Disegnare animali uno accanto all'altro, suggerì
di poter creare un branco e far rivivere le scene della caccia.
Alla fine però nel guardarla, vedeva solo miseri segni
senza anima e senza vita impressi su quel muro.
Nessuno era in grado di immaginare le sensazioni vissute,
la corsa, l'affanno, la gioia, la disperazione, la paura.
Solo più tardi, in un altro tempo, la narrazione si è
arricchita di impressioni, di contorni, di luci e di colori.
L'incapacità dei nostri antenati di descrivere la bellezza,
con i loro occhi spalancati nel buio, possiede le stesse difficoltà
del tentativo, attraverso la scrittura, di trasmettere
un'immagine per coloro che non erano presenti.
Descrivere un'avvenimento, riproporre la realtà,
che solo agli occhi sembra sia permesso di vedere.
Lo stesso senso di impotenza che provò Michelangelo
di fronte al suo Mosè al quale domandò "perché non parli?"
Ecco cos'è per me un capolavoro artistico. Uno sconfinato sentimento di ammirazione per come l'artista è riuscito a condividere la sua esperienza di bellezza
immaginare
Inseguo la visione assoluta
ciò che racchiude tutti i pensieri,
i credo, le intenzioni, i sentimenti,
le morali passate, presenti e future.
Tutto ciò che non faccia sentire,
una volta assunta, la mancanza,
l'insufficienza, l'inadeguatezza, l'assenza,
ma che allo stesso tempo oltrepassi
il concetto, che solo ad esprimere
o immaginare dia un senso e forza alla vita,
giacché esistono altri modi di vedere e di sentire le cose,
che nel commercio del mondo.
Prediligo la decadente illusione,
da anteporre al vostro relativismo sterile,
la mite brezza che scalda il cuore,
ed espande la mia vita oltre ogni ostacolo
per coglierla in tutta la sua finitezza.
Già troppe prigioni mi sono state imposte,
adattarmi alla vostra relativa verità
non è stato privo di ostacoli,
senza mai perdere di vista lo scopo
ultimo del mio viaggio, poiché la vita si propaga
a dispetto dei pazzi che la vogliono limitare.
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PeSte©2016
ciò che racchiude tutti i pensieri,
i credo, le intenzioni, i sentimenti,
le morali passate, presenti e future.
Tutto ciò che non faccia sentire,
una volta assunta, la mancanza,
l'insufficienza, l'inadeguatezza, l'assenza,
ma che allo stesso tempo oltrepassi
il concetto, che solo ad esprimere
o immaginare dia un senso e forza alla vita,
giacché esistono altri modi di vedere e di sentire le cose,
che nel commercio del mondo.
Prediligo la decadente illusione,
da anteporre al vostro relativismo sterile,
la mite brezza che scalda il cuore,
ed espande la mia vita oltre ogni ostacolo
per coglierla in tutta la sua finitezza.
Già troppe prigioni mi sono state imposte,
adattarmi alla vostra relativa verità
non è stato privo di ostacoli,
senza mai perdere di vista lo scopo
ultimo del mio viaggio, poiché la vita si propaga
a dispetto dei pazzi che la vogliono limitare.
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PeSte©2016
venerdì 18 novembre 2016
Cupido, dio del desiderio
Prestate attenzione a questo personaggio,
alle cose che in sua presenza sembra succedono per caso,
poiché alle volte durano tutta una vita.
Diresti che è un innocente angioletto,
in realtà, è estremamente pericoloso.
Lo potreste distinguere tra mille.
L'occhio suo è vivace e scintillante e lo sguardo dolce.
Lo spirito malizioso e battagliero, giacché i suoi sentimenti,
non sono giammai d'accordo con le parole.
La sua voce soave ha la dolcezza del miele
Quando è in collera, diviene perfido, feroce e barbaro.
E' delinquente, mentitore e crudele,
pure se per gioco e non con cattiveria.
Ha l'impudenza scritta sulla fronte,
Piccole sebbene siano le sue mani, sono in grado di lanciare
frecce terribili così lontano,che chiunque debba temere
d'esserne bersaglio.
Il corpo è nudo e la sua anima impenetrabile.
Possiede le ali di un uccello, che usa per volare
dall'uno all'altro sesso e fare il nido nei loro cuori.
Se lo incontrate, legatelo affinché non vi sfugga.
Quand'anche piangesse,
diffidate delle sue lacrime, poiché sono ingannevoli.
Se felice sorridesse, per precauzione stringete più forte i nodi.
Rifiutate di farvi abbracciare, fuggitelo,
Se tentasse di baciarvi, voltatevi dall'altra parte
le sue labbra sono avvelenate e i baci pericolosi.
Guardatevi da lui. Se non potete evitarlo
almeno non fidatevi mai completamente.
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PeSte©2016
alle cose che in sua presenza sembra succedono per caso,
poiché alle volte durano tutta una vita.
Diresti che è un innocente angioletto,
in realtà, è estremamente pericoloso.
Lo potreste distinguere tra mille.
L'occhio suo è vivace e scintillante e lo sguardo dolce.
Lo spirito malizioso e battagliero, giacché i suoi sentimenti,
non sono giammai d'accordo con le parole.
La sua voce soave ha la dolcezza del miele
Quando è in collera, diviene perfido, feroce e barbaro.
E' delinquente, mentitore e crudele,
pure se per gioco e non con cattiveria.
Ha l'impudenza scritta sulla fronte,
Piccole sebbene siano le sue mani, sono in grado di lanciare
frecce terribili così lontano,che chiunque debba temere
d'esserne bersaglio.
Il corpo è nudo e la sua anima impenetrabile.
Possiede le ali di un uccello, che usa per volare
dall'uno all'altro sesso e fare il nido nei loro cuori.
Se lo incontrate, legatelo affinché non vi sfugga.
Quand'anche piangesse,
diffidate delle sue lacrime, poiché sono ingannevoli.
Se felice sorridesse, per precauzione stringete più forte i nodi.
Rifiutate di farvi abbracciare, fuggitelo,
Se tentasse di baciarvi, voltatevi dall'altra parte
le sue labbra sono avvelenate e i baci pericolosi.
Guardatevi da lui. Se non potete evitarlo
almeno non fidatevi mai completamente.
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PeSte©2016
domenica 13 novembre 2016
Inno alla donna
La divinità creò la donna e la rese sacra,
per far sì che attraverso di lei si esprimesse la vita, la nuova vita.
E tutte le forze planetarie entrarono con lei in connessione
e la natura le accordò il potere di possedere in sé tutti i doni.
Quando il nume se ne accorse, per non creare gelosie e disparità,
volle renderla pressoché uguale all'uomo.
Fu allora che abbinò ad ogni suo pregio il proprio antagonista.
Alla leggiadria del suo fare leggero e armonioso,
unì la turbolenza che hanno le nubi nella tempesta,
alla propria creatività senza la quale la vita sarebbe
incommensurabilmente più misera e priva di fantasia,
le accostò il sospetto, la maldicenza e la malalingua.
Che camminasse scalza, in scarpe da ginnastica o in tacchi 12,
volle che racchiudesse in sé la più bella tra tutte le poesie,
ma con parole che nessun uomo potrebbe mai comprendere.
Fanno delle cose, le donne, alle volte, di così allegro, scherzoso,
quando sono insieme, potresti passare una vita a provarci:
non ne saresti capace.
Hanno una vitalità che le tiene ancorate alla realtà
e non le fa mai perdere il contatto con chi le sta accanto.
Provo una sorta d'invidia nel guardarle,
anche se una crepa c'è in ogni cosa e da lì se entra la luce,
entra anche l'ombra.
Ho visto donne smettere di lottare per se stesse e per ciò in cui credono,
perdere la ferma volontà di prendere in mano la propria vita,
di guardare sempre avanti, buttando via il meno possibile,
solo lo stretto necessario, giusto quello che le serve per vivere.
Voi siete il dono del cielo. Così belle, dolci, sensibili, piene di vitalità, di allegria, di amore, di cose, di tenerezza, di calore.
Siete la vita, l'avventura, la poesia, il risvolto, l'antagonista.
Siete il placebo da somministrare per ogni male e ogni solitudine.
Siate voi stesse, siate donne, così splendidamente Donne!!
.
PeSte©2016
per far sì che attraverso di lei si esprimesse la vita, la nuova vita.
E tutte le forze planetarie entrarono con lei in connessione
e la natura le accordò il potere di possedere in sé tutti i doni.
Quando il nume se ne accorse, per non creare gelosie e disparità,
volle renderla pressoché uguale all'uomo.
Fu allora che abbinò ad ogni suo pregio il proprio antagonista.
Alla leggiadria del suo fare leggero e armonioso,
unì la turbolenza che hanno le nubi nella tempesta,
alla propria creatività senza la quale la vita sarebbe
incommensurabilmente più misera e priva di fantasia,
le accostò il sospetto, la maldicenza e la malalingua.
Che camminasse scalza, in scarpe da ginnastica o in tacchi 12,
volle che racchiudesse in sé la più bella tra tutte le poesie,
ma con parole che nessun uomo potrebbe mai comprendere.
Fanno delle cose, le donne, alle volte, di così allegro, scherzoso,
quando sono insieme, potresti passare una vita a provarci:
non ne saresti capace.
Hanno una vitalità che le tiene ancorate alla realtà
e non le fa mai perdere il contatto con chi le sta accanto.
Provo una sorta d'invidia nel guardarle,
anche se una crepa c'è in ogni cosa e da lì se entra la luce,
entra anche l'ombra.
Ho visto donne smettere di lottare per se stesse e per ciò in cui credono,
perdere la ferma volontà di prendere in mano la propria vita,
di guardare sempre avanti, buttando via il meno possibile,
solo lo stretto necessario, giusto quello che le serve per vivere.
Voi siete il dono del cielo. Così belle, dolci, sensibili, piene di vitalità, di allegria, di amore, di cose, di tenerezza, di calore.
Siete la vita, l'avventura, la poesia, il risvolto, l'antagonista.
Siete il placebo da somministrare per ogni male e ogni solitudine.
Siate voi stesse, siate donne, così splendidamente Donne!!
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PeSte©2016
domenica 30 ottobre 2016
il Re dei giullari
Sono il Re dei giullari e il primo giullare del Re.
Indosso abiti variopinti e un berretto a sonagli.
E sulla lingua una battuta arguta sempre pronta,
per dire, senza giri di parole, quel che voglio dire.
Libero non sono, servo pur sempre anch'io un padrone,
a stento riesco a inghiottire ogni boccone amaro.
Ciascuno di noi, vorrebbe che gli fosse portato rispetto,
non tanto per quello che dentro di sé uno si crede,
quanto per la parte che lo deve rappresentare dal di fuori.
Siamo sempre in lotta con noi stessi e con gli altri,
in questo grande palcoscenico che è la vita,
per ottenere l'ammirazione, la stima e il rispetto altrui.
Esser felici per quel che siamo, per me null'altro conta,
non tanto per ciò che vorremmo essere,
tantomeno per quel che gli altri vorrebbero che fossimo.
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PeSte©2016
Indosso abiti variopinti e un berretto a sonagli.
E sulla lingua una battuta arguta sempre pronta,
per dire, senza giri di parole, quel che voglio dire.
Libero non sono, servo pur sempre anch'io un padrone,
a stento riesco a inghiottire ogni boccone amaro.
Ciascuno di noi, vorrebbe che gli fosse portato rispetto,
non tanto per quello che dentro di sé uno si crede,
quanto per la parte che lo deve rappresentare dal di fuori.
Siamo sempre in lotta con noi stessi e con gli altri,
in questo grande palcoscenico che è la vita,
per ottenere l'ammirazione, la stima e il rispetto altrui.
Esser felici per quel che siamo, per me null'altro conta,
non tanto per ciò che vorremmo essere,
tantomeno per quel che gli altri vorrebbero che fossimo.
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PeSte©2016
venerdì 28 ottobre 2016
La leggenda di Colapesce.
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Ho veduto macerie di un mondo che trema,
che sussulta e si sposta come un'onda,
dissipare l'energia per agitare i cuori.
Ed è il respiro della terra più che l'ira celeste
che gli dei non si curano affatto di queste cose,
né rimproverano al mondo la corruzione nella quale è caduto.
Se perdura in voi il senso di colpa,
per le mancanze nei vostri atti dovuti,
non rammaricatevi con il povero Colapesce,
reo a parer vostro, di traballare nel reggere il gravoso peso.
E' una credenza che sopravvive ancor oggi,
sebbene il valore del sacrificio sia in se stesso infinito,
che egli impavido sorregga con tutte le sue forze,
la terra su cui è edificata la città di Messina,
per far si che l'abitato non sprofondi negli oscuri abissi.
Nasce in Sicilia l'accenno di quest'eroica impresa,
scritta probabilmente a cavallo del '200,
Racconta di un giovane amante del mare,
che lo amava a tal punto, da passare gran parte del giorno,
immerso nei fondali della costa orientale siciliana,
per ammirare la vita, le forme e i colori di quel magico mondo.
Ma come sempre capita la storia non può finire bene.
Un dì, un re superbo e crudele giunse nella città di Messina.
Invidioso del ragazzo, gettò una coppa d'oro in fondo al mare,
per sfidare la resistenza di Colapesce nel recuperarla.
Il giovane si tuffò e tra le ombre degli abissi,
scoprì che la sua terra era sorretta da tre colonne,
una per ogni vertice geografico dell'isola:
la prima era in buono stato, la seconda era lesionata,
la terza, proprio sotto Messina, era prossima alla rottura.
Tornato in superficie, con la coppa d'oro, allo stremo delle forze,
raccontò tutto al suo re. Il Monarca non ascoltò ragioni,
adirato dalle suppliche della figlia innamorata di Colapesce.
Lo costrinse ad immergersi nuovamente,
nella speranza crudele che non facesse ritorno,
con la promessa di ottenere la mano della principessa.
Colapesce si tuffò senza esitare, ma una volta sott'acqua,
ecco che si scatenano gli eventi tellurici.
Tutto sembra precipitare, sennonché l'eroico giovane
decide di assurgere al posto della colonna che cede,
così la scelta generosa del ragazzo compie il suo destino.
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PeSte©2016
sabato 15 ottobre 2016
Lussuria
Lussuria
.
Gettami pur nel letto, dice, entrandomi dagli occhi
gli stessi miei che l'han ritratta al naturale,
che non si fa l'amor con Venere tentando alla cieca.
L'amor, che si può definir follia dell'anima,
non ha titolo per legittimar tanto pudore,
sentimento artificioso e deprecabile nel momento dell’enfasi.
Ordunque diamo principio agli amorosi affetti,
d'esser amato e amante secondo legge di natura,
e lei che non vede l'ora di mostrar di se' tanta bellezza,
nel darsi in quel che da lungo tempo il mio cuor sospira:
d'allargar le cosce, così che possa meglio esser veduta.
Succosa carne da cuocer sotto e sopra e rigirar più volte
e sulla griglia veder tutto quell'oro che cola,
che la donna prima va fatta soffriggere e poi divorata.
Lasciar che mi fotta l'anima, mentre attratto
le scivolo lento lungo la schiena, preda di un desiderio crescente,
giù fino a sfiorarle la forma morbida del suo bel culo,
tondo come il mondo con l'anima in fondo.
Questo piacer, ingiustamente messo alla gogna,
ignobilmente definito lussuria da perfide morali e filosofie,
reca soltanto bene all'umana specie.
Purché ciò resti peccato e nell'inferno non cambi il suo girone,
che dove inizia con l'esser vizio e giunga ad esser virtù
non avrà più gusto la voglia di cader in tentazione.
Nessuno si senta offeso da questo mio sconcio
che tratta come rivoltar le donne come un calzino
del naturale lottar con loro con ogni sorta d'appendice,
sperando che per queste mie parole,
il pane e l'arte non abbiano a soffrire
.
Gettami pur nel letto, dice, entrandomi dagli occhi
gli stessi miei che l'han ritratta al naturale,
che non si fa l'amor con Venere tentando alla cieca.
L'amor, che si può definir follia dell'anima,
non ha titolo per legittimar tanto pudore,
sentimento artificioso e deprecabile nel momento dell’enfasi.
Ordunque diamo principio agli amorosi affetti,
d'esser amato e amante secondo legge di natura,
e lei che non vede l'ora di mostrar di se' tanta bellezza,
nel darsi in quel che da lungo tempo il mio cuor sospira:
d'allargar le cosce, così che possa meglio esser veduta.
Succosa carne da cuocer sotto e sopra e rigirar più volte
e sulla griglia veder tutto quell'oro che cola,
che la donna prima va fatta soffriggere e poi divorata.
Lasciar che mi fotta l'anima, mentre attratto
le scivolo lento lungo la schiena, preda di un desiderio crescente,
giù fino a sfiorarle la forma morbida del suo bel culo,
tondo come il mondo con l'anima in fondo.
Questo piacer, ingiustamente messo alla gogna,
ignobilmente definito lussuria da perfide morali e filosofie,
reca soltanto bene all'umana specie.
Purché ciò resti peccato e nell'inferno non cambi il suo girone,
che dove inizia con l'esser vizio e giunga ad esser virtù
non avrà più gusto la voglia di cader in tentazione.
Nessuno si senta offeso da questo mio sconcio
che tratta come rivoltar le donne come un calzino
del naturale lottar con loro con ogni sorta d'appendice,
sperando che per queste mie parole,
il pane e l'arte non abbiano a soffrire
usa e abusa
Usami e abusami.
Fallo senza ritegno, senza scrupolo alcuno,
sono solo un ponderatore di profondi dilemmi,
per cui subisco, arretro, mi danno l'anima,
purché tu possa darmi una verità plausibile.
Inventala, lasciami credere che ci sia,
da qualche parte una piccola, sottile, verità,
che permetta di compiere una scelta consapevole,
e non tiri fuori dall'anima i miei istinti peggiori.
Violentami e annienta i miei sensi,
svuotami le braccia, più giù dove pulsa la vita,
tanto il cuore che possiedo è un cuore corruttibile,
sa bene che questo tipo d’amore è difficile da trovare.
Prima che la rabbia si scateni, fa un respiro profondo
e sentenzia le tue verità incontrovertibili.
Guardami con distacco, convinta che sia quello
il metodo migliore per rimanere obiettiva,
la giusta dicotomia che occorre tra sentimento e ragione.
Fallo a prescindere da ogni eventuale confronto.
E alla fine cancellami come se avessi passato una gomma
sopra un tratto di matita e restino solo pochi trucioli
e un segno leggero, appena impresso sulla carta.
.
PeSte©2016
Fallo senza ritegno, senza scrupolo alcuno,
sono solo un ponderatore di profondi dilemmi,
per cui subisco, arretro, mi danno l'anima,
purché tu possa darmi una verità plausibile.
Inventala, lasciami credere che ci sia,
da qualche parte una piccola, sottile, verità,
che permetta di compiere una scelta consapevole,
e non tiri fuori dall'anima i miei istinti peggiori.
Violentami e annienta i miei sensi,
svuotami le braccia, più giù dove pulsa la vita,
tanto il cuore che possiedo è un cuore corruttibile,
sa bene che questo tipo d’amore è difficile da trovare.
Prima che la rabbia si scateni, fa un respiro profondo
e sentenzia le tue verità incontrovertibili.
Guardami con distacco, convinta che sia quello
il metodo migliore per rimanere obiettiva,
la giusta dicotomia che occorre tra sentimento e ragione.
Fallo a prescindere da ogni eventuale confronto.
E alla fine cancellami come se avessi passato una gomma
sopra un tratto di matita e restino solo pochi trucioli
e un segno leggero, appena impresso sulla carta.
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PeSte©2016
sulla porta dell'infinito
Stella cadente
che tracci nel firmamento
un arcobaleno scintillante di luce,
con il naso all'insù mi incanto a guardare,
oltre l'orizzonte, mi avvolgo nella tua magia,
spero che un desiderio impossibile si avveri.
Luce che ti manifesti nella cosmica profondità,
misura ingannevole del passaggio del tempo,
accendi una traccia sottile che illumini
la tranquillità della notte che mi circonda.
Affacciato sull'infinito a contemplarne il mistero,
nel buio estatico dove bearsi della visione delle stelle,
ammassi di volumi in disarmonia nel caos primordiale,
prima del mare, della terra e del cielo,
in quel suolo anonimo in cui la vita si precipita da sé.
Guarda Sirio la stella più splendente,
quella è Canopo nella costellazione di Carena,
quella è Arturo, Alfa Centauri, Vega, Procione,
Capella, Betelgeuse astri nel cielo della notte
che guidano l'anima sulla rotta dell'esistenza di Dio.
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PeSte©2016
che tracci nel firmamento
un arcobaleno scintillante di luce,
con il naso all'insù mi incanto a guardare,
oltre l'orizzonte, mi avvolgo nella tua magia,
spero che un desiderio impossibile si avveri.
Luce che ti manifesti nella cosmica profondità,
misura ingannevole del passaggio del tempo,
accendi una traccia sottile che illumini
la tranquillità della notte che mi circonda.
Affacciato sull'infinito a contemplarne il mistero,
nel buio estatico dove bearsi della visione delle stelle,
ammassi di volumi in disarmonia nel caos primordiale,
prima del mare, della terra e del cielo,
in quel suolo anonimo in cui la vita si precipita da sé.
Guarda Sirio la stella più splendente,
quella è Canopo nella costellazione di Carena,
quella è Arturo, Alfa Centauri, Vega, Procione,
Capella, Betelgeuse astri nel cielo della notte
che guidano l'anima sulla rotta dell'esistenza di Dio.
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PeSte©2016
domenica 25 settembre 2016
L'ondivago amor
Il mio cuore è un albero senza l'usignolo,
che muto resta in mancanza del suo canto.
Non v'è beltà se alcun suono la sostiene,
cosìcchè ogni parola in più diventa vana.
Or l'ondivago amor muta le sue sembianze,
che l'umana natura è erratica e incoerente
incline in tal guisa all'angustioso suo male,
da saccheggiar quel chè più nobile in natura.
Cotanta beltade e sitanta dolcezza signorile,
quando adorna di siffatta lucentezza mentale
merita d'essere asservita al cuore meritevole.
.
PeSte©2016
La mia antagonista
Non mi piace mentire se non a fin di bene.
E' difficile che io ricorra ad una menzogna.
Certe volte può essere divertente scoprire
se gli altri possiedono le capacità,
per leggere la verità nascosta tra le righe.
Anche se si ama una persona.
Quando attraverso una veniale bugia,
è possibile scoprire su di lei tante cose.
Senza malizia e purché abbia le gambe corte.
Si impara a rispettare chi non si lascia raggirare,
nè confondere negando, se ciò lo rende ancor più deciso.
Ognuno di noi cerca il proprio antagonista,
chi al tuo livello ti fa capire che la lotta sarà sempre dura.
Perchè quando una persona ti ama davvero,
ti deve sentire e tu non la puoi prendere in giro.
Promettimi che non lo farai più?
.
PeSte@2016
A Valentina
Ho reso felice una donna e poi le ho infranto il cuore,
mentre lei incredula, mi guardava e non capiva,
nel vedermi allontanare, se doveva salutarmi,
abbracciarmi, detestarmi o semplicemente odiarmi,
per il resto del tempo, di quel che rimane dei miei giorni.
Se tu le avessi guardato gli occhi, avresti capito,
quanto fosse profondo il dolore che le avevo causato.
Io ci guardai dentro e vidi l'inferno e non ne ebbi paura.
Vorrei non farti male, le dissi, sei così dolce, innocente,
ma sono un egoista, con un disperato bisogno di vivere.
L’amavo. Amavo lei, il suo viso, la sua voce, la sua presenza,
era la cosa più bella che avessi mai avuto, una goccia d'amore
nel bicchiere di veleno che non puoi fare a meno di bere.
Lei mi amava di più e per come la vedeva lei,
la vita è un fatto semplicissimo: la sola cosa che conta,
è amarsi, per continuare ad amarsi, per non lasciarsi mai.
.
PeSte©2016
Dio se sei bella!
Bella come una dea e forse anche di più.
Bella di una bellezza che è davvero tale
perché in cuor suo non sa di esserlo.
Senza un punto di partenza, né di un dettaglio.
Chiedimi, se sono bella, bella davvero,
così che io possa definire cos'è la tua bellezza,
quella vera, quella che non ha età,
quella che nasce nell’anima e si manifesta
attraverso i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti.
Dove ogni cosa di te mi seduce e m'affascina,
sembra quindi che possegga un giudizio parziale,
vittima consapevole dell'ammirazione che ho per te.
E le parole tornino a ridire sempre le stesse cose,
che non hanno mai finito di dire e che possa
esprimere meglio e diversamente quel che sento.
Tu che sei da sempre così gradita ai miei occhi,
che vedono l'onda infrangersi sul tuo viso ridente,
e i tuoi occhi gioiosi nella spuma che li avvolge.
Dio se sei bella, così bella, che è così che ti vorrei.
.
PeSte©2016
Bella di una bellezza che è davvero tale
perché in cuor suo non sa di esserlo.
Senza un punto di partenza, né di un dettaglio.
Chiedimi, se sono bella, bella davvero,
così che io possa definire cos'è la tua bellezza,
quella vera, quella che non ha età,
quella che nasce nell’anima e si manifesta
attraverso i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti.
Dove ogni cosa di te mi seduce e m'affascina,
sembra quindi che possegga un giudizio parziale,
vittima consapevole dell'ammirazione che ho per te.
E le parole tornino a ridire sempre le stesse cose,
che non hanno mai finito di dire e che possa
esprimere meglio e diversamente quel che sento.
Tu che sei da sempre così gradita ai miei occhi,
che vedono l'onda infrangersi sul tuo viso ridente,
e i tuoi occhi gioiosi nella spuma che li avvolge.
Dio se sei bella, così bella, che è così che ti vorrei.
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PeSte©2016
martedì 16 agosto 2016
sono nato così
Non sono nato per vivere in uno stormo,
ho avuto da sempre un cuore solitario.
Sono l'evoluzione della specie, l'uomo di domani,
il viaggiatore dimenticato sulle rotte interstellari.
Ai vostri occhi, un sopravvissuto
su questo mare contemporaneo dell'emarginazione,
aggrappato ad un misero legno alla deriva,
senza albero maestro, né vele, né cordame,
reietto perfino ai topi, restii a morire con me in solitudine.
Leggo nei vostri sguardi un segno d'affettuosa pena,
ma non ho particolare esigenza di aiuto o di attenzioni.
Godo di un arcano coraggio nel resistere
a qualunque avversità, presente e futura.
Ho sospirato e pianto qualche volta anch'io. ahimè,
chissà che peso sarò stato per voi, in quei terribili frangenti.
Non c'è creatura che non sia impazzita di paura,
o abbia compiuto gesti disperati, ma per effetto d'un sortilegio,
o perchè sono un demone assuefatto a vivere negli inferi,
quando tutti credevano d'aver visto colare a picco la mia nave,
a pestare il limo sul fondale dei salsedinosi abissi,
tra lo schiumare d'onde e il galleggiare delle spume,
nel ribollire d'aria tornata in superficie, io ero il superstite,
senza dimenarmi, senza annegare, sereno della mia sorte.
Ho imparato ad accordarmi al tono,
a quella chiave meravigliosamente silenziosa,
nella consapevolezza d'essere una sottrazione al mondo,
lontano dagli sguardi, distante dalle creature che lo abitano,
per immergermi nelle parti più profonde di me,
dove trovo tutto ciò che mi serve per essere felice,
Questa forza d'animo soffia come un maestrale
ma non riuscirà a cambiare il verso ai cespugli e alle nuvole.
Sono spiriti dell'aria i miei pensieri, ed in aria si son dissolti
questa incorporea scena che è la mia vita,
è destinata a dissolversi, non lascerà di sé nessuna traccia.
Convengo con voi su tutto pur aggiungendo un qualche intoppo,
giusto per rendere più impervio l'inerpicarvi.
Troppo facile è decifrare le mie congetture
che una troppo facile vittoria svilisce il valore della conquista.
e mescolare di nuovo i colori può fare esprimere al meglio la vita.
ho avuto da sempre un cuore solitario.
Sono l'evoluzione della specie, l'uomo di domani,
il viaggiatore dimenticato sulle rotte interstellari.
Ai vostri occhi, un sopravvissuto
su questo mare contemporaneo dell'emarginazione,
aggrappato ad un misero legno alla deriva,
senza albero maestro, né vele, né cordame,
reietto perfino ai topi, restii a morire con me in solitudine.
Leggo nei vostri sguardi un segno d'affettuosa pena,
ma non ho particolare esigenza di aiuto o di attenzioni.
Godo di un arcano coraggio nel resistere
a qualunque avversità, presente e futura.
Ho sospirato e pianto qualche volta anch'io. ahimè,
chissà che peso sarò stato per voi, in quei terribili frangenti.
Non c'è creatura che non sia impazzita di paura,
o abbia compiuto gesti disperati, ma per effetto d'un sortilegio,
o perchè sono un demone assuefatto a vivere negli inferi,
quando tutti credevano d'aver visto colare a picco la mia nave,
a pestare il limo sul fondale dei salsedinosi abissi,
tra lo schiumare d'onde e il galleggiare delle spume,
nel ribollire d'aria tornata in superficie, io ero il superstite,
senza dimenarmi, senza annegare, sereno della mia sorte.
Ho imparato ad accordarmi al tono,
a quella chiave meravigliosamente silenziosa,
nella consapevolezza d'essere una sottrazione al mondo,
lontano dagli sguardi, distante dalle creature che lo abitano,
per immergermi nelle parti più profonde di me,
dove trovo tutto ciò che mi serve per essere felice,
Questa forza d'animo soffia come un maestrale
ma non riuscirà a cambiare il verso ai cespugli e alle nuvole.
Sono spiriti dell'aria i miei pensieri, ed in aria si son dissolti
questa incorporea scena che è la mia vita,
è destinata a dissolversi, non lascerà di sé nessuna traccia.
Convengo con voi su tutto pur aggiungendo un qualche intoppo,
giusto per rendere più impervio l'inerpicarvi.
Troppo facile è decifrare le mie congetture
che una troppo facile vittoria svilisce il valore della conquista.
e mescolare di nuovo i colori può fare esprimere al meglio la vita.
domenica 31 luglio 2016
Per sempre giovane
Ho un lato adolescente in modalità di on/off,
pronto ad attivarsi se richiede requisiti minimi,
quelli standart, forniti dalla casa produttrice.
Ed un bottone messo in un punto preciso,
che mi par di sentirlo, nel mezzo di me,
poco più sopra dell'ombelico,
pronto ad aprire e chiudere il circuito
e a cambiare il corso reale della storia.
Il mio sogno è di vivere per sempre come immortale.
E' quel che mi sono creato per dominare la mia vita
che mi autorizza a pretendere l'immortalità.
nel forgiare la mia età, in battere e levare,
giorno dopo giorno, tra l'incudine e il martello,
al fine di raddrizzare la curva all'ingiù dell'esistenza.
Io credo nell'inganno dell'eterna fittizia gioventù,
con cui sento di avere più empatia e compassione,
e "se non mi rende così folle da farmi mettere
i vestiti a rovescio e tentare di baciare il cielo
fino a piangere, mi aiuterà a vincere
una delle più grandi controversie con la vita"
come dice un vecchio detto, del saggio
che sognò di restare per sempre giovane.
venerdì 29 luglio 2016
Ratatouille
Noi lavoriamo davanti al fuoco,
che purga gli eletti e tormenta i dannati,
in un'atmosfera torrida che talvolta
supera l'asticella dei cinquanta gradi centigradi,
la stessa del fuoco che arde in Purgatorio.
Siamo Dotti e Maghi, che continuano
ad alambiccarsi il cervello nel mischiare
ingredienti per puro divertimento,
per esaltarne il contrasto e generare nuovi sapori.
Da un piatto all'altro, come anime in pena
in cerca di qualcosa che le soddisfi,
che le gratifichi dentro.
Forse di quel guizzo giusto che a volte serve,
per fare un salto in Paradiso.
Allora l'anima abbandona la retta via,
per perdersi nei meandri della cucina,
nel desiderio senza speranza,
di assaporare qualcosa di nuovo,
ben cucinato, non da menù turistico,
con un sapore particolare, non pretenzioso,
molto ricercato e difficile da trovare.
Et voilà, il pranzo è servito.
.
PeSte©2016
che purga gli eletti e tormenta i dannati,
in un'atmosfera torrida che talvolta
supera l'asticella dei cinquanta gradi centigradi,
la stessa del fuoco che arde in Purgatorio.
Siamo Dotti e Maghi, che continuano
ad alambiccarsi il cervello nel mischiare
ingredienti per puro divertimento,
per esaltarne il contrasto e generare nuovi sapori.
Da un piatto all'altro, come anime in pena
in cerca di qualcosa che le soddisfi,
che le gratifichi dentro.
Forse di quel guizzo giusto che a volte serve,
per fare un salto in Paradiso.
Allora l'anima abbandona la retta via,
per perdersi nei meandri della cucina,
nel desiderio senza speranza,
di assaporare qualcosa di nuovo,
ben cucinato, non da menù turistico,
con un sapore particolare, non pretenzioso,
molto ricercato e difficile da trovare.
Et voilà, il pranzo è servito.
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PeSte©2016
Arance & Limoni
Erano vivacemente colorati,
i foglietti quadrati di carta velina
che avvolgevano le arance di Sicilia,
quelle destinate all'esportazione.
Rollavo gli angoli creando un conca al centro
perchè assumesse la forma di una tartaruga
e una volta che gli avevi appiccato il fuoco,
saliva rapida al soffitto come una mongolfiera,
ondeggiando leggera, per bruciare in un istante.
Era tutto sotto controllo, anche il mistero
della forza che lievita e ti solleva,
per vedere da quella superba altezza,
la vita di quelli che vogliono salire in alto
e quelli che restano a terra sognando.
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PeSte@2016
i foglietti quadrati di carta velina
che avvolgevano le arance di Sicilia,
quelle destinate all'esportazione.
Rollavo gli angoli creando un conca al centro
perchè assumesse la forma di una tartaruga
e una volta che gli avevi appiccato il fuoco,
saliva rapida al soffitto come una mongolfiera,
ondeggiando leggera, per bruciare in un istante.
Era tutto sotto controllo, anche il mistero
della forza che lievita e ti solleva,
per vedere da quella superba altezza,
la vita di quelli che vogliono salire in alto
e quelli che restano a terra sognando.
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PeSte@2016
mercoledì 27 luglio 2016
La mosca caduta nella tela del ragno
Com'è arduo pronunciare il tuo nome,
così breve che servono meno di due battiti di ciglia
a liberare i miei pensieri più belli,
che si trasformano nel dolce viso tuo.
Amabile è la dolce armonia che ti governa
e non permette al tempo i suoi soprusi,
fors'anche la ravviva agli occhi miei,
e rende a me ancor più caro il tuo volto.
A te che affondi le radici nel mio arido cuore,
a volte mi racconterò di averti conosciuta,
in questa e in altre vite, ma non mi crederò.
Niente avrà più lo stesso sapore di prima.
Ora puoi comprendere cosa prova
la mosca quando cade nella tela del ragno.
Qual donna dimmi è tanto avara di passione
da voler esser la tomba dell’amor suo
e spendere per se' tutta l’eredità della sua bellezza,
la giovinezza prorompente del suo corpo,
le amabili sembianze del suo volto su cui ogni occhio indugia.
Non è forse proibita l'usura a chi ne fa' quest'uso?
.
PeSte©2016
così breve che servono meno di due battiti di ciglia
a liberare i miei pensieri più belli,
che si trasformano nel dolce viso tuo.
Amabile è la dolce armonia che ti governa
e non permette al tempo i suoi soprusi,
fors'anche la ravviva agli occhi miei,
e rende a me ancor più caro il tuo volto.
A te che affondi le radici nel mio arido cuore,
a volte mi racconterò di averti conosciuta,
in questa e in altre vite, ma non mi crederò.
Niente avrà più lo stesso sapore di prima.
Ora puoi comprendere cosa prova
la mosca quando cade nella tela del ragno.
Qual donna dimmi è tanto avara di passione
da voler esser la tomba dell’amor suo
e spendere per se' tutta l’eredità della sua bellezza,
la giovinezza prorompente del suo corpo,
le amabili sembianze del suo volto su cui ogni occhio indugia.
Non è forse proibita l'usura a chi ne fa' quest'uso?
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PeSte©2016
Don Giovanni
Conservo il desiderio e la coscienza,
nel voler soverchiare le pratiche del mondo,
le pessime abitudini e tutta la sua noia.
In un contesto ormai stanco di se stesso,
l'unico fine delle leggi che lo regolano,
sono di scherzare coi fanti ma di lasciare stare i Santi.
Su di noi la piaga delle stimmate e per loro... il Paradiso.
Io sono un Don Giovanni e ad onor del vero
occorre aver coraggio nel raccontare la mia storia.
Questo è il più grande dono che possa farvi
il dono della conoscenza di ciò che sono,
il dono della mia stessa esistenza
dove l'unico rischio è di prendersi troppo sul serio.
Sono un’ape diligente che nella primavera più fiorita
ha colto l'emozione tra un ventricolo e l'altro
e il cuore di lei gridava inutilmente le sue ragioni,
mentre si lasciava morire tra le mie braccia.
Di certi pensieri che di notte l'avvinghiano al talamo
e la costringono in bilico tra l’uno e l’altro mondo,
nel dover scegliere tra l'essere madonna o puttana.
Sono armi queste che voi non potrete mai possedere,
un'arte segreta, tramandata oralmente di padre in figlio,
di voler prendersi cura di loro, senza prendersi il diritto,
giacchè il sesso è ebbro del potente richiamo del sangue.
Lottare è resistere e vale per ogni essere vivente,
così di lei mi innamoravo, come per ognuna, perdutamente.
.
PeSte©2016
nel voler soverchiare le pratiche del mondo,
le pessime abitudini e tutta la sua noia.
In un contesto ormai stanco di se stesso,
l'unico fine delle leggi che lo regolano,
sono di scherzare coi fanti ma di lasciare stare i Santi.
Su di noi la piaga delle stimmate e per loro... il Paradiso.
Io sono un Don Giovanni e ad onor del vero
occorre aver coraggio nel raccontare la mia storia.
Questo è il più grande dono che possa farvi
il dono della conoscenza di ciò che sono,
il dono della mia stessa esistenza
dove l'unico rischio è di prendersi troppo sul serio.
Sono un’ape diligente che nella primavera più fiorita
ha colto l'emozione tra un ventricolo e l'altro
e il cuore di lei gridava inutilmente le sue ragioni,
mentre si lasciava morire tra le mie braccia.
Di certi pensieri che di notte l'avvinghiano al talamo
e la costringono in bilico tra l’uno e l’altro mondo,
nel dover scegliere tra l'essere madonna o puttana.
Sono armi queste che voi non potrete mai possedere,
un'arte segreta, tramandata oralmente di padre in figlio,
di voler prendersi cura di loro, senza prendersi il diritto,
giacchè il sesso è ebbro del potente richiamo del sangue.
Lottare è resistere e vale per ogni essere vivente,
così di lei mi innamoravo, come per ognuna, perdutamente.
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PeSte©2016
domenica 24 luglio 2016
la metafora della vita
Mi sento come un vecchio pistolero
che nel suo vagare di città in città trova sempre
qualcuno che sogna di spodestare il decano.
Una volta era piacevole l'esser cercato per sfidarmi,
la maggior parte di loro era più adatta ad usare
una falce o una vanga piuttosto che la pistola,
anche se con essa hanno scelto di scavarsi la fossa.
Con l'andar del tempo sono diventato sentimentale,
indolente, disattento e ci vedo anche poco.
Così come l'autunno spoglia i rami degli alberi,
il tempo mette a nudo la fragilità dell'uomo
e ciò che allora era fisiologia si è tramutata in patologia.
Ho perso la mia grinta, la voglia di primeggiare,
le cose sono cambiate nel tempo e nella loro natura.
Le iridi ingiallite sotto il cappello da cowboy,
vagano adesso tra le nebbie di una realtà pericolosa.
In sella al mio cavallo bianco, in compagnia del mio tormento,
galoppo sul viale del tramonto, immerso nel silenzio.
Le gesta eroiche del mitico pistolero e del suo codice d'onore
si trasformano pian piano in lamenti, in debolezze ed acciacchi.
E' questa la lirica della vita, la fine della propria epoca,
il sapore crepuscolare dell’ultimo approdo,
per un uomo sul quale il tempo ha avuto il sopravvento.
E' la linea del destino che veloce adesso discende,
e mi chiedo se non sia giunto il tempo di ritirami,
uscire di scena in bellezza dalla porta principale,
prima che qualche pivello arrivi e mi metta sottoterra
a guardare i fiori crescere dal verso delle radici.
.
PeSte©2016
sabato 23 luglio 2016
Nel teatro dell'assurdo.
Sono una marionetta nel teatro dell'assurdo,
dove i personaggi si muovono come automi,
vittime del dovere, nell'assenza di vita interiore.
Un giullare, che prende in giro il suo Re,
nel grottesco senso di negare il suo consenso.
Tra le pecore vago sperduto come una di loro,
complice e vittima nella deriva violenta del racconto.
Chi meglio del regista può conoscere l’inizio,
la trama e la fine dei suoi film, in una messinscena,
messa in scena con tutto quello che c'è dentro,
fino all'ultimo rintocco, allo scadere della mezzanotte,
scandita da un esasperato umorismo surreale.
Allora diverrò egoista, bisognoso e interessato,
finalmente ricongiunto alla mia vera essenza.
.
PeSte©2016
dove i personaggi si muovono come automi,
vittime del dovere, nell'assenza di vita interiore.
Un giullare, che prende in giro il suo Re,
nel grottesco senso di negare il suo consenso.
Tra le pecore vago sperduto come una di loro,
complice e vittima nella deriva violenta del racconto.
Chi meglio del regista può conoscere l’inizio,
la trama e la fine dei suoi film, in una messinscena,
messa in scena con tutto quello che c'è dentro,
fino all'ultimo rintocco, allo scadere della mezzanotte,
scandita da un esasperato umorismo surreale.
Allora diverrò egoista, bisognoso e interessato,
finalmente ricongiunto alla mia vera essenza.
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PeSte©2016
Il monumento equestre
Ti consiglio di prendermi a piccole dosi,
tanto dove vuoi che vada,
io sono sempre qua intorno.
Scolpito sul mio focoso cavallo,
bello e statuario, immobile sotto l'ombra dei pini.
Lo sguardo puntato lontano,
ai vasti estasiamenti azzurri dei cieli,
e all'anfrattuosa pioggia che leviga,
i miei labili nascimenti di spuma.
Mi è data la forma, la materia, la sostanza,
non l'instancabile battito che si ripete da sempre,
nel solitario origliare estatico l'orizzonte
immerso nella luce rossa del tramonto.
Sbiadito nel tempo fino a cancellarsi del tutto,
per concludere da trespolo servo alle colombe.
tanto dove vuoi che vada,
io sono sempre qua intorno.
Scolpito sul mio focoso cavallo,
bello e statuario, immobile sotto l'ombra dei pini.
Lo sguardo puntato lontano,
ai vasti estasiamenti azzurri dei cieli,
e all'anfrattuosa pioggia che leviga,
i miei labili nascimenti di spuma.
Mi è data la forma, la materia, la sostanza,
non l'instancabile battito che si ripete da sempre,
nel solitario origliare estatico l'orizzonte
immerso nella luce rossa del tramonto.
Sbiadito nel tempo fino a cancellarsi del tutto,
per concludere da trespolo servo alle colombe.
sabato 9 luglio 2016
Lei mi passò accanto
In fondo alla piazza, in ombra nell'arco del portico,
nel vederla passare m’innamoravo di lei ogni volta un po’ di più.
Percorreva quel tratto di strada scivolando silenziosa,
corteggiata dal commento privo di galanteria e del buongusto,
che le giungeva dalle compagnie chiassose di giovani,
di cui non riusciva neppure a ricordare il loro volto.
Tutti uguali, chiusi nei loro abiti, con lo stesso odore.
In lei non c'era niente nell'atteggiamento,
nel modo di vestire e di comportarsi,
che potesse suscitare pensieri men che rispettosi.
E per essere bella lo era davvero!
Il suo sguardo, fisso in avanti,
luccicava nel chiarore del Sole che tramontava dietro le torri.
Persa nel traffico della grande città,
che le scorreva intorno, la guardavo camminare
tra i muri antichi imbrattati di scritte,
immersa nello stridio delle rondini,
sfreccianti tra le gronde delle case.
Senza riuscire ad avere i tempi giusti,
i dialoghi in cui non sbagli una parola,
gli sguardi perfetti e i silenzi impeccabili,
che sogni di trovare per avere il coraggio di fermarla.
La seguivo con lo sguardo mentre si allontanava,
nella scena di un'eutanasia ripetuta giorno dopo giorno.
L'angoscia dell'attesa, la speranza fuggevole di lei.
Soffrivo di un esagerato pudore unito ad una terribile timidezza,
che contribuiva a darmi, un aspetto tetro e cupo,
asciutto e impacciato nel parlare,
a isolarmi introverso e restio ai sentimenti.
Il pensiero di lei mi accompagnava nei miei giri notturni,
con il viso stanco e tirato del giorno prima,
speranzoso di incontrarla da qualche parte, inutilmente.
Una sera prestavo poca attenzione alla gente,
al traffico e al cielo grigio che prometteva solo pioggia.
Lei mi passò accanto, distratto dai pensieri, me ne accorsi in ritardo.
Nel voltarmi notai solo la sua maglietta dei Doors
e che era carina, molto, e non era più da sola.
Mi scoprii solo, sperduto e profondamente deluso,
del passato, dei miei sogni, delle mie speranze.
non rimaneva che un misto di nostalgia e nient’altro.
La morale della storia è che niente
deve essere lasciato andare perduto,
senza un tentativo, perchè una volta perduto lo è per sempre.
Resta la delusione per non aver tentato.
Ciò non di meno la bontà di Dio è tanto grande,
che ci apre un mezzo per ricomprare questo tempo,
la perdita del quale pare senza rimedio.
Il dispiacere che sentiremo,
la compunzione nel cuore,
sarà l'attenzione che metteremo
per non perderlo in avvenire.
nel vederla passare m’innamoravo di lei ogni volta un po’ di più.
Percorreva quel tratto di strada scivolando silenziosa,
corteggiata dal commento privo di galanteria e del buongusto,
che le giungeva dalle compagnie chiassose di giovani,
di cui non riusciva neppure a ricordare il loro volto.
Tutti uguali, chiusi nei loro abiti, con lo stesso odore.
In lei non c'era niente nell'atteggiamento,
nel modo di vestire e di comportarsi,
che potesse suscitare pensieri men che rispettosi.
E per essere bella lo era davvero!
Il suo sguardo, fisso in avanti,
luccicava nel chiarore del Sole che tramontava dietro le torri.
Persa nel traffico della grande città,
che le scorreva intorno, la guardavo camminare
tra i muri antichi imbrattati di scritte,
immersa nello stridio delle rondini,
sfreccianti tra le gronde delle case.
Senza riuscire ad avere i tempi giusti,
i dialoghi in cui non sbagli una parola,
gli sguardi perfetti e i silenzi impeccabili,
che sogni di trovare per avere il coraggio di fermarla.
La seguivo con lo sguardo mentre si allontanava,
nella scena di un'eutanasia ripetuta giorno dopo giorno.
L'angoscia dell'attesa, la speranza fuggevole di lei.
Soffrivo di un esagerato pudore unito ad una terribile timidezza,
che contribuiva a darmi, un aspetto tetro e cupo,
asciutto e impacciato nel parlare,
a isolarmi introverso e restio ai sentimenti.
Il pensiero di lei mi accompagnava nei miei giri notturni,
con il viso stanco e tirato del giorno prima,
speranzoso di incontrarla da qualche parte, inutilmente.
Una sera prestavo poca attenzione alla gente,
al traffico e al cielo grigio che prometteva solo pioggia.
Lei mi passò accanto, distratto dai pensieri, me ne accorsi in ritardo.
Nel voltarmi notai solo la sua maglietta dei Doors
e che era carina, molto, e non era più da sola.
Mi scoprii solo, sperduto e profondamente deluso,
del passato, dei miei sogni, delle mie speranze.
non rimaneva che un misto di nostalgia e nient’altro.
La morale della storia è che niente
deve essere lasciato andare perduto,
senza un tentativo, perchè una volta perduto lo è per sempre.
Resta la delusione per non aver tentato.
Ciò non di meno la bontà di Dio è tanto grande,
che ci apre un mezzo per ricomprare questo tempo,
la perdita del quale pare senza rimedio.
Il dispiacere che sentiremo,
la compunzione nel cuore,
sarà l'attenzione che metteremo
per non perderlo in avvenire.
venerdì 8 luglio 2016
Dottor Jekyll e mister Hyde
Quando mi sale l'incazzo uso le parole come coltelli.
Forse è tutta qui la spiegazione della mia vita.
La mia lingua si trasforma nella mano d'un chirurgo
che con un bisturi affilato separa e sceglie,
fermamente decisa ad estirpare il male.
Allora le parole fluiscono come un fiume in piena
che trascende gli argini e sommerge tutto.
E il mondo che mi passa davanti a velocità doppia,
di colpo frena, si inchioda, si stampa nel silenzio che segue,
cerca di metabolizzare quel che è accaduto.
Due esseri completamente all'opposto
mi vivono dentro e si completano l'un l'altro.
Un secondo me, che messo alle strette si trasforma
in un impietoso giustiziere che non vuol concedere sconti.
Sconcio, osceno, stronzo come solo io posso essere.
Ebbro di udire malinconici stornelli stonati.
Ubriaco di verità storpiate che fissano l'immobilità.
Merda che gli ipocriti chiamano vita di tutti i giorni.
Una distesa che galleggia maestosa,
con il lato migliore di sè in superfice.
E sott'acqua nascosta, la parte più voluminosa.
domenica 3 luglio 2016
"Omnia tibi ferat".... tutto porta a te
Un pò di veleno mescolato al flusso del sangue
serve a renderti meno vulnerabile
al prossimo morso della vita.
Lo assimili un po’ alla volta
insieme a tutti i particolari, a tutti i momenti,
a tutte le cose dette e non dette.
Funziona come antidoto alle tue illusioni
a cui sei rimasto per troppo tempo
aggrappato, così da farti suggere la tua linfa vitale.
Non c'è nulla che possa renderti immune.
Non serve prendere in considerazione,
ogni paradigma dell'immaginario,
ogni possibile variazione sul tema.
Ho ripensato, ho trasformato, ho riletto,
ho aggiunto, ho tolto e sono giunto alla conclusione,
che non c'è un valido motivo per tutto quel che accade.
Sono soltanto giorni messi a caso in mezzo ad altri.
Ho provato un senso di impotenza.
Devo riadattare la realtà, per non soccombere, enfatizzandola.
Fa bene pensarla così e una volta resa perfetta,
la salviamo per sempre nei canopi della nostra mente,
senza poter aggiungere o togliere altro.
La sigilliamo e viviamo per sempre distanti.
Il tempo farà il resto affinchè lentamente
prenda le sembianze di un ologramma
che si distacca sempre più dal modello reale.
Consapevoli che la realtà sempre fa male.
Ricordi che non è andata come avresti voluto?
E potresti rischiare la stessa figura mediocre e meschina
del vecchio campione tornato all'agonismo.
Per una volta, facciamo che vinca la versione migliore,
di ciò che sarebbe potuto accadere.
Anche se non avremo l'occasione di vederci mai più,
lasciamo intatte le illusioni, crediamo alle promesse, alle parole,
aggiustiamo con la mente quel che sempre il cuore distrugge.
La verità, quella vera, la nasconderemo,
non la diremo a nessuno, nemmeno a noi stessi.
Vivremo per sempre con gli orizzonti aperti
di chi crede nel pensiero, convinti che se l’amore esiste
cercherà di donarci ancora il meglio di se'.
.
PeSte©2016
serve a renderti meno vulnerabile
al prossimo morso della vita.
Lo assimili un po’ alla volta
insieme a tutti i particolari, a tutti i momenti,
a tutte le cose dette e non dette.
Funziona come antidoto alle tue illusioni
a cui sei rimasto per troppo tempo
aggrappato, così da farti suggere la tua linfa vitale.
Non c'è nulla che possa renderti immune.
Non serve prendere in considerazione,
ogni paradigma dell'immaginario,
ogni possibile variazione sul tema.
Ho ripensato, ho trasformato, ho riletto,
ho aggiunto, ho tolto e sono giunto alla conclusione,
che non c'è un valido motivo per tutto quel che accade.
Sono soltanto giorni messi a caso in mezzo ad altri.
Ho provato un senso di impotenza.
Devo riadattare la realtà, per non soccombere, enfatizzandola.
Fa bene pensarla così e una volta resa perfetta,
la salviamo per sempre nei canopi della nostra mente,
senza poter aggiungere o togliere altro.
La sigilliamo e viviamo per sempre distanti.
Il tempo farà il resto affinchè lentamente
prenda le sembianze di un ologramma
che si distacca sempre più dal modello reale.
Consapevoli che la realtà sempre fa male.
Ricordi che non è andata come avresti voluto?
E potresti rischiare la stessa figura mediocre e meschina
del vecchio campione tornato all'agonismo.
Per una volta, facciamo che vinca la versione migliore,
di ciò che sarebbe potuto accadere.
Anche se non avremo l'occasione di vederci mai più,
lasciamo intatte le illusioni, crediamo alle promesse, alle parole,
aggiustiamo con la mente quel che sempre il cuore distrugge.
La verità, quella vera, la nasconderemo,
non la diremo a nessuno, nemmeno a noi stessi.
Vivremo per sempre con gli orizzonti aperti
di chi crede nel pensiero, convinti che se l’amore esiste
cercherà di donarci ancora il meglio di se'.
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PeSte©2016
sabato 2 luglio 2016
Ciao amore ciao
Gli amori si perdono...
Anche quando i protagonisti
si erano ripromessi
che a loro non sarebbe accaduto.
La felicità è un sistema assai complesso,
un cammino ideale tra l'inizio e la sua fine,
dove consentire all’ordine di sostituire il disordine.
Nei ritmi, in quel battuto,
in quel sentiero magico,
si ha la certezza di ascoltare
la musica della nostra esistenza
e di quella che sarebbe stata.
Ma è cosa nota ormai
fin dalla notte dei tempi
che gli affari di cuore
sono difficili da comprendere.
Se non trovano la strada per esprimersi
si trasformano in un battito di ciglia.
Passano dalla totale complicità,
dalla fusione di due corpi e un'anima,
alla più profonda estraneità e distanza.
Dal conoscere ogni dettaglio dell'altro,
al buio più totale.
Si finisce per ascoltare con distacco,
le medesime voci che ritraevano
tutto il nostro mondo.
E in quella conchiglia
che vive dentro di noi,
resta l'eco di un suono ormai lontano.
.
.
PeSte©2016
Anche quando i protagonisti
si erano ripromessi
che a loro non sarebbe accaduto.
La felicità è un sistema assai complesso,
un cammino ideale tra l'inizio e la sua fine,
dove consentire all’ordine di sostituire il disordine.
Nei ritmi, in quel battuto,
in quel sentiero magico,
si ha la certezza di ascoltare
la musica della nostra esistenza
e di quella che sarebbe stata.
Ma è cosa nota ormai
fin dalla notte dei tempi
che gli affari di cuore
sono difficili da comprendere.
Se non trovano la strada per esprimersi
si trasformano in un battito di ciglia.
Passano dalla totale complicità,
dalla fusione di due corpi e un'anima,
alla più profonda estraneità e distanza.
Dal conoscere ogni dettaglio dell'altro,
al buio più totale.
Si finisce per ascoltare con distacco,
le medesime voci che ritraevano
tutto il nostro mondo.
E in quella conchiglia
che vive dentro di noi,
resta l'eco di un suono ormai lontano.
.
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PeSte©2016
mercoledì 29 giugno 2016
Se il sogno domina il sognatore
.
Vorrei nuotare l'oceano di un cuore infinitamente limpido,
dove luce e tenebre sono inseparabili tra di loro.
Aperto e indefinito, indomabile come un purosangue,
così profondo da non aver rivelato ancora i suoi segreti.
Vuoto di immagini aliene, com'era quando non esisteva.
E non c’è capitano di vascello che non sia suddito su quel mare,
in piedi, allertato sul cassero, con il timore di colare a picco.
Cavalca l'onda ruggente che rimanda la quiete.
So che voi riuscireste, avete tale potere
e tali capacità da indurre al silenzio gli elementi,
Se nevica o piove, se c'è vento, se c'è il sole.
Anche il veliero più grande solido e robusto
può essere schiacciato come un guscio di noce nella tempesta.
Non temo d'incontrarla se pure spalanca il mio cuore agli abissi.
Fosse sufficiente per amarci.
Anche per litigare, scontrarci, annusarci, ritrovarci,
abbracciarci, perdonarci e perderci negli sguardi.
E nel naufragio, lei è la mia terra di mezzo e il suo cuore un labirinto.
Di camminamenti dritti, tortuosi,
dove vagare in lungo e in largo tra le sabbie della sua mente
e non lasciare orme sui miei passi.
Scivolare nella profondità delle trame del suo essere,
sapendo che una creatura così straordinaria
non può che fiorire dalle mie fantasie.
Ma l'amore farà il resto.
Adesso che non so più dove cercarti, si tratti di volare,
di nuotare, di buttarmi nel fuoco, o cavalcare la cresta delle onde,
di correre inconsapevole perdendomi nelle vaste profondità del nulla,
vagherò per sempre alla ricerca del panico intenso di quel mistero....e intanto gli anni vanno via.
Dominato dai sogni, mi chiedo se possa averla incontrata un giorno, chissà dove.
Lei no, non c'era, ma ostinato confido ancora nel cercare.
.
PeSte@2016
sabato 25 giugno 2016
Moby Dick la balena bianca
Guarda la solitudine del capitano,
lassù sulla tolda del comando,
che osserva in lungo e in largo l'orizzonte marino.
Magre e scarne sono le sue mani,
infossate le rughe disegnate sul suo volto,
sprofondate nell'abisso del silenzio
di infinite notti a dar corpo ai suoi dilemmi.
Sostiene il peso e l'onere d'un arcano viaggio
che compenetra l'animo in un nero sudario,
irretito nella sua perseverante ossessione,
alla ricerca della fontana zampillante della balena.
Che soffi sopra l'immobile piano dell'indefinito,
o gonfi le ali tese di cotone dell'albero di maestra,
c'è una luce bianca galleggiante in mezzo al mare,
che leggera vaga sopra un vestito scuro di paillettes scintillanti.
Lancia contro di lei l'arpione, colpisci sul dorso la balena,
cosicché fiotti di sangue arrossiscano il mare tutt'intorno.
Che la sua crudele morte giunga come un galenico preparato
da assurgere come panacea per la tua anima.
Già rafforza il vento e il mare è cresciuto altrettanto.
Ondoso orgoglio che si infrange a poppa e a prora,
vinto è il nocchiero in cerca di un'approdo di fortuna,
per nascondere il peccato d'orgoglio del cuore umano,
avvezzo a confrontarsi con verità uguali non proprie.
Con l'universo sovrumano, con il quale prima o poi
faremo debitamente e dovutamente i conti.
mercoledì 22 giugno 2016
Màndala
Lei danza senza musica,
sul parquet in punta di piedi
illuminata dai raggi del sole
che tagliano la penombra della stanza,
mescolata ai pulviscoli leggeri
nell'aria del mattino.
Un moto silenzioso e leggero,
sul legno che sembra galleggiare sull'oceano,
dove resta sospesa come una nuvola,
e lascia qualche traccia impercettibile
di sè sulla superficie. Una lunga striscia,
una scia saldamente congiunta
alle affinità delle sue colorate fantasie
che si tingono ora di rosso, poi di arancione, di giallo,
di rosa, di azzurro, di viola e di bianco,
Nel colore nero che l'avvolge in un alone di mistero,
il blu le quieta il suo io interiore e appaga la sua anima,
l'arancio la vitalizza e le dona il piacere dei sensi,
Il giallo la riempie di luce e di calore,
le dona l'energia, il dinamismo e la vivacità.
Nel viola esprime la sua simpatia,
il suo fascino, la percezione, l'intelligenza e la fantasia.
Nel rosso è preda dell'amore e delle sue passioni,
per lasciarsi unire infine nello spettro luminoso del bianco,
ed arrivare a comprendere tutte le leggi che regolano la vita.
sul parquet in punta di piedi
illuminata dai raggi del sole
che tagliano la penombra della stanza,
mescolata ai pulviscoli leggeri
nell'aria del mattino.
Un moto silenzioso e leggero,
sul legno che sembra galleggiare sull'oceano,
dove resta sospesa come una nuvola,
e lascia qualche traccia impercettibile
di sè sulla superficie. Una lunga striscia,
una scia saldamente congiunta
alle affinità delle sue colorate fantasie
che si tingono ora di rosso, poi di arancione, di giallo,
di rosa, di azzurro, di viola e di bianco,
Nel colore nero che l'avvolge in un alone di mistero,
il blu le quieta il suo io interiore e appaga la sua anima,
l'arancio la vitalizza e le dona il piacere dei sensi,
Il giallo la riempie di luce e di calore,
le dona l'energia, il dinamismo e la vivacità.
Nel viola esprime la sua simpatia,
il suo fascino, la percezione, l'intelligenza e la fantasia.
Nel rosso è preda dell'amore e delle sue passioni,
per lasciarsi unire infine nello spettro luminoso del bianco,
ed arrivare a comprendere tutte le leggi che regolano la vita.
Insegnami
Insegnami la pazienza,
che non ho mai avuto ed l'ho pagata così tanto,
la doverosa calma, l'imperturbabile costanza,
l'assiduità dovuta nel compiere una qualsiasi impresa.
La risposta sospesa di ciò che serve e che vorrei avere,
nel sapere attendere lo spazio di tempo necessario,
ogni qualvolta gli eventi richiedano un'attesa,
per svelare la piega che nel tempo prenderanno.
Insegnami a modulare i battiti del mio cuore,
a non cadere in uno stato di irrequietezza
che peggiora le cose, il fremito impaziente
che induce a commettere errori di valutazione,
giacchè il primo segno d'un animo equilibrato
è la capacità di restarsene tranquillo
in un posto e in compagnia di se stesso.
Tardivo è l'insegnamento nel voler essere sobri
quando si è giunti ormai al fondo del bicchiere,
non lo è se puoi compiere con coraggio
ciò che spesso si compie con eccessiva paura,
e riuscire a conciliare le nostre due opposte tendenze:
Tu flemmatica impuntati nel dover agire
io nel darmi un freno e porgere a te
la giusta dose di amorevole cura.
Persevero in quel che ho cominciato,
mi affretto fintanto che sono in grado,
potrò così godere più a lungo di un animo puro e sereno.
Anzi ne godo già mentre lo correggo, mentre lo acquieto.
PeSte@2016
che non ho mai avuto ed l'ho pagata così tanto,
la doverosa calma, l'imperturbabile costanza,
l'assiduità dovuta nel compiere una qualsiasi impresa.
La risposta sospesa di ciò che serve e che vorrei avere,
nel sapere attendere lo spazio di tempo necessario,
ogni qualvolta gli eventi richiedano un'attesa,
per svelare la piega che nel tempo prenderanno.
Insegnami a modulare i battiti del mio cuore,
a non cadere in uno stato di irrequietezza
che peggiora le cose, il fremito impaziente
che induce a commettere errori di valutazione,
giacchè il primo segno d'un animo equilibrato
è la capacità di restarsene tranquillo
in un posto e in compagnia di se stesso.
Tardivo è l'insegnamento nel voler essere sobri
quando si è giunti ormai al fondo del bicchiere,
non lo è se puoi compiere con coraggio
ciò che spesso si compie con eccessiva paura,
e riuscire a conciliare le nostre due opposte tendenze:
Tu flemmatica impuntati nel dover agire
io nel darmi un freno e porgere a te
la giusta dose di amorevole cura.
Persevero in quel che ho cominciato,
mi affretto fintanto che sono in grado,
potrò così godere più a lungo di un animo puro e sereno.
Anzi ne godo già mentre lo correggo, mentre lo acquieto.
PeSte@2016
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