sabato 15 ottobre 2016

Lussuria

Lussuria
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Gettami pur nel letto, dice, entrandomi dagli occhi
gli stessi miei che l'han ritratta al naturale,
che non si fa l'amor con Venere tentando alla cieca.
L'amor, che si può definir follia dell'anima,
non ha titolo per legittimar tanto pudore,
sentimento artificioso e deprecabile nel momento dell’enfasi.
Ordunque diamo principio agli amorosi affetti,
d'esser amato e amante secondo legge di natura,
e lei che non vede l'ora di mostrar di se' tanta bellezza,
nel darsi in quel che da lungo tempo il mio cuor sospira:
d'allargar le cosce, così che possa meglio esser veduta.
Succosa carne da cuocer sotto e sopra e rigirar più volte
e sulla griglia veder tutto quell'oro che cola,
che la donna prima va fatta soffriggere e poi divorata.
Lasciar che mi fotta l'anima, mentre attratto
le scivolo lento lungo la schiena, preda di un desiderio crescente,
giù fino a sfiorarle la forma morbida del suo bel culo,
tondo come il mondo con l'anima in fondo.
Questo piacer, ingiustamente messo alla gogna,
ignobilmente definito lussuria da perfide morali e filosofie,
reca soltanto bene all'umana specie.
Purché ciò resti peccato e nell'inferno non cambi il suo girone,
che dove inizia con l'esser vizio e giunga ad esser virtù
non avrà più gusto la voglia di cader in tentazione.
Nessuno si senta offeso da questo mio sconcio
che tratta come rivoltar le donne come un calzino
del naturale lottar con loro con ogni sorta d'appendice,
sperando che per queste mie parole,
il pane e l'arte non abbiano a soffrire

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