mercoledì 27 luglio 2016

Don Giovanni

Conservo il desiderio e la coscienza, 
nel voler soverchiare le pratiche del mondo, 
le pessime abitudini e tutta la sua noia.
In un contesto ormai stanco di se stesso,
l'unico fine delle leggi che lo regolano,
sono di scherzare coi fanti ma di lasciare stare i Santi.
Su di noi la piaga delle stimmate e per loro... il Paradiso.
Io sono un Don Giovanni e ad onor del vero
occorre aver coraggio nel raccontare la mia storia.
Questo è il più grande dono che possa farvi
il dono della conoscenza di ciò che sono,
il dono della mia stessa esistenza
dove l'unico rischio è di prendersi troppo sul serio.
Sono un’ape diligente che nella primavera più fiorita
ha colto l'emozione tra un ventricolo e l'altro
e il cuore di lei gridava inutilmente le sue ragioni,
mentre si lasciava morire tra le mie braccia.
Di certi pensieri che di notte l'avvinghiano al talamo
e la costringono in bilico tra l’uno e l’altro mondo,
nel dover scegliere tra l'essere madonna o puttana.
Sono armi queste che voi non potrete mai possedere,
un'arte segreta, tramandata oralmente di padre in figlio,
di voler prendersi cura di loro, senza prendersi il diritto,
giacchè il sesso è ebbro del potente richiamo del sangue.
Lottare è resistere e vale per ogni essere vivente,
così di lei mi innamoravo, come per ognuna, perdutamente.

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PeSte©2016

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