giovedì 17 settembre 2015

I bambini vittime dell' IS addestrati al terrorismo x

Soldatini di piombo allineati in parata
uno ad uno messi di fronte sul campo di battaglia, 
convinti di giocare alla guerra senza farsi male.
Venuti al mondo come carte assorbenti
ed avere ancora tutto, o quasi tutto, da imparare.
Con nessun altro rimedio di quello del serpente
di abbandonare la propria pelle e mordere velenoso.
Senza vivere l'innocenza del suo tempo
che qui non dimora e non aspetta
e il dolore a volte si gusta più di una gioia.
Con il braccio destro alzato a fare giuramento
e trattenere il respiro per negarlo al demone dentro.
E se l'amore non esercita più, non vede,
non si immagina, non indulge, si spegne.
Non si cura d'essere buono o cattivo,
sceglie d'essere crudele, nella speranza d'un rimbrotto
Ma i figli della guerra non hanno né padre ne' madre.
nati strumenti di Dio per morire da uomini ammazzati,
come una povera cosa caduta che la terra raccoglie.
Posseduti dal cinismo e armati fino ai denti,
sono la tigre, la pantera, il leone, portano devozione
alla frusta che li ha educati e al domatore.
Con un’ombra di paura, perché basta il gesto della frusta,
una mossa rapida, una presa robusta della mano,
l’esclamazione della voce per far tremar la bestia più feroce.
O sono forse soltanto cuccioli di cane tenuti al guinzaglio
che si fidano ciecamente del padrone.
mancano del sospetto, concedono il favore,
la totale fiducia senza che sia richiesta.
Vieni addestrato a non vedere la differenza,
del giusto e sbagliato e se la vedi comunque
allora è necessario valicarla, uscire dall'altra parte,
attraversare il confine che divide il tuo mondo,
da quello vanaglorioso e atavico dei grandi.
e e ti costringono a commettere gesti efferati e nefasti,
per addomesticare la mente , la tua innocenza non ha colpe
lei conosce ancora la sottile linea che divide il bene dal male.





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