sabato 30 gennaio 2016

Cracovia: La cattedrale nera

Una cattedrale nera, una piazza semi deserta, l’auto alle nostre spalle,
 una Renault 4 del 1980, stremata da oltre millecinquecento chilometri. 
Intorno una fila di volti con grossi punti di domanda disegnati sugli occhi. 
Nemmeno una parola d’inglese, solo suoni inconcepibili per l’ignoranza delle nostre orecchie. 
Qualche nuvola minacciosa galleggia da un angolo all'altro della volta grigiastra. 
Una lunga strada già fatta alle spalle, una lunga strada da fare di fronte, nel mezzo noi! 
Cosa erano venuti a fare tre italiani a Cracovia in Polonia? 
Mesi di carteggi, per preparare una lunga serie di timbri da sventolare sui passaporti. 
Volevo andare a Gdansk 
così per settimane avevo cercato di convincere Moreno e David a condividere il mio sogno. 
Eravamo partiti in tre, caricando l'auto all'inverosimile e su verso l’ignoto. 
Austria, Cecoslovacchia, Polonia. 
Il governo di Wojciech Jaruzelski aveva appena dichiarato l'instaurazione della legge marziale, 
dopo solidarnosc e Lech Wałęsa. 
Non c'era benzina, c'era poco da mangiare, non è stato il viaggio che doveva essere. 
Sosta di due giorni a Vienna per il visto d'ingresso in Cecoslovacchia. 
In quel periodo non frequentavo nessuna ragazza, conobbi Stefanie per strada in mezzo ai palazzi imperiali. 
Era innamorata dell'Italia e si era invaghita di me. 
Ci scarrozzò per la città mostrandoci itinerari diversi da quelli turistici. 
A me Vienna non piace, che nessuno si offenda. 
Quando scese la notte ci portò a ballare nella discoteca più frequentata della città. 
Ressi per poco, non amo i luoghi dove la gente si accalca. 
Uscii e rimasi a sedere ad aspettarli sul gradino di un portone. 
Di fronte a me una fila di auto in sosta davanti al marciapiede. 
Dopo qualche minuto, un vigile giunge sul posto e inizia a multare una per una tutte le auto.
Una, forse gli sfugge o non capisco per quale altro motivo. 
Finisce la mattanza e si allontana. 
Passa una decina di minuti e arriva il proprietario dell'auto miracolata. 
Non vedendo sul vetro la multa inizia a cercarla ovunque, sotto, sopra, di lato. 
Si volta verso di me, mi guarda incredulo. Io impassibile. 
Sembra dispiacersi di non essere stato multato. Il tizio guarda ancora, niente.
 Monta in macchina, parte. Compie il giro dell'isolato e ritorna. 
Si ferma, scende dall'auto, si guarda ancora intorno. 
Viene verso di me, mi dice qualcosa nel suo idioma che io non capisco. 
Per togliermelo dai piedi scrollo la testa e gli rispondo " I'm sorry. I don't understand". 
Fortuna che non conosce l'inglese. Monta in auto e finalmente scompare. 
E' un episodio che mi è rimasto impresso nella mente, 
forse perchè se fosse avvenuto in Italia avrebbe avuto un esito diverso. 
Paese che vai usanze che trovi.

Altera, la signora maestra.

Solo con il passare degli anni la donna comprende l'importanza del sogno, non prima d'essere stata inflessibile vigilante del concreto. Con la lungimiranza del profeta, ella intuisce quale pianta darà maggior frutto, tra la via del cuore, dolce e perigliosa nell'incertezza scellerata di un'avventura e la via della mente, ordinaria e prevedibile nella rassicurante sicurezza d'un sentiero già battuto. Nell'estate del millenovecentottantasette mi accadeva spesso di sognare e in gioventù non è difficile che i sogni poi si avverino. Ero protagonista in una recita teatrale con un gruppo di giovani laici, una storia d'amore ambientata in quel periodo storico dove la nostalgia è ricorrente tra le cose semplici del passato. Fu allora che feci conoscenza con Altera. Era una donna antica, che portava il riflesso di una bellezza inchiodatasi allo sguardo. Tenace d’indole ribelle. Da giovane era una maestra, al tempo del racconto: un’insegnante in pensione. S’inchiacchierava per ore con me, parlando a sprazzi della sua vita, estrapolando qua e là qualche frammento del suo vissuto, senza tuttavia mai scendere nei particolari, di modo che, ci fosse sempre qualcosa da immaginare. Una donna sola, per scelta, ma compagna nella multitudine, che non si piegò mai alla volontà della vita. Si confidò di non aver intravisto nel matrimonio e nel concepire dei figli lo scopo dello scenario della sua vita, ma discorrere con lei, era trovare il sottobosco dei pensieri femminili. Ascoltavo i suoi racconti, ed era facile per me cogliere una sfumatura di tristezza nelle sue parole, come se vi aleggiasse sopra, il ricordo di un amore perduto e mai rinnegato, ma non le chiesi mai di aprire il forziere dei suoi ricordi segreti. Era una donna uscita da un romanzo, con tanta voglia di vivere e piena di energia. Raffinata, leggera, delicata, intelligente. Quanto le restasse da vivere non era importante, si preoccupava solo che il futuro fosse tutt’uno con un passato indelebile del quale non mancava un magico condimento. Mi accostavo ai suoi anni senza fatica, l'amore per la musica classica, il piacere nell'ascoltare i suoi racconti che sapeva mescolare abilmente, riempiendo la mia testa con le sue narrazioni. Altera non amava la mia compagna, non si tratteneva mai nel discorrere con lei, nemmeno quando le facevamo visita insieme. Mi convinsi che la compagnia delle donne non poteva piacerle, ma Altera, da buona maestra, le aveva letto nel cuore e tenuto per sè la sentenza di condanna. Sapendomi invaghito nelle traveggole della cintura e della sensualità, non s’intromise mai nel mio credermi innamorato, ne disse altro di lei, ma il suo silenzio fu eloquente per costruire il perché del dopo. E il tempo le diede ragione su tutto. Quando terminò il teatro, dimentico di tutto anche degli aneliti, lasciai alle spalle anche Altera. Non la rividi più fino a quando scoprì che era morta. Per lei avrei voluto scrivere una frase che per me più la rappresenta... Sapeva dosare la consistenza dell’immaginazione, fingendosi sobria e severa, quando invece era di sangue pindarico.
.
PeSte©2016

venerdì 29 gennaio 2016

siamo i vostri sogni

Noi siamo i vostri sogni... 
Non lo avete capito ancora? 
Siamo la vostra follia, 
la voce selvaggia 
che si annida nel vostro cuore 
e che reprimete ogni giorno.
Siamo l’urlo della vostra anima
che sentite soltanto la notte,
quando andate a dormire.
Siamo tutto ciò che reprimete,
quello che addormentate
quando vi ostinate in quella realtà
che noi non possiamo calpestare.
Cominciate dai fondamentali,
scegliendo di mettere le cose
che vi piacciono veramente
quel tutto che sperate che duri
il più a lungo possibile.
Io ti ho veduto nei miei sogni
e confido che tu abbia veduto me
con i nostri occhi appaiati
e i pensieri più silenziosi di sempre.
Raccontami dei tuoi sogni...
Io ti ho già rivelato i miei.

.
PeSte©2016

domenica 17 gennaio 2016

L'improbabile leggerezza dell'essere

Guarda come l'improbabile governa la nostra vita,
è così difficile trovare l'amore, che messi a confronto
sembra più semplice trovare segni di vita sui pianeti, 
e già da bambino credevo che per farsi amare
bastasse dividersi in due una fetta di pane e cioccolata,
sedersi accanto, stringersi il petto sulle ginocchia
e liberare il cuore da nessun'altra condizione.
...e pensare che quello fosse il vero Amore.
.
PeSte©2016

mercoledì 13 gennaio 2016

Vero o falso

Tu per me sei il sole a cui fedele levo lo sguardo,
che tutte le cose, le accresce e le alimenta
e le ravviva il soffio gentile del fecondo zefiro
che nel cuore infonde un carezzevole sentimento.
Due cuori che s'incontrano, sùbitamente aderiscono,
per la loro sottile natura e il tenue tessuto
e la mutevole bellezza in lei fiorisce fulgida
che natura creò per l'occhio che la percepisce.
Quel ponte tu sei, dove mente e cuore si incontrano,
e in egual misura esprimere con zelo la propria convinzione,
per non lasciarsi vincere da nessun ostacolo,
e vacillano sulle ali dell'amore nell'obliò di sè.
A te che desidero come Musa nello scrivere i miei versi,
io mi chiedo quanti sogni disfatti possa ancora rubare
sopra un foglio bianco ed uno scritto con l'inchiostro nero,
scegli tu cos'è meglio, ce n'è uno falso ed uno vero.

.
PeSte©2016

domenica 10 gennaio 2016

In viaggio tra le stelle

Laddove regna il silenzio, 
e perdura la curiosità della gente, 
ci si può scatenare con la fantasia 
per raccontare l'impossibile e l'inimmaginabile.
e alimentare le storie
più misteriose ed inspiegabili di sempre.
Prima che il tono caldo e appassionato della voce
cominci a narrare, che ogni vostro dolore sia rimosso
e sia assente dal corpo, e che la vostra mente,
goda di un senso giocondo, libera da affanno e da timore,
Lasciate pure che la porta del cuore resti aperta
perchè filtri un bagliore di luce.
e ogni pensiero oscuro fugga via dall'animo trepidante,
Seduti accanto al fuoco, tra pennacchi di fumo leggeri
che si innalzano e si fondono nell'aria,
ascolteremo in silenzio il potere dell'incantesimo.
vedremo scendere sopra questo mondo assonnato
una pioggia di stelle scintillante e luminosa,
e scatenarsi dentro di noi il potere dell'immaginazione.
Nessuno ti dirà quando partire,
sarà l'inizio di un viaggio avveniristico
da Alpha Centauri al braccio di Perseo nella Via Lattea,
per saltare con un balzo ad Andromeda ed oltre,
fino alle galassie più remote, all'estrema periferia dell'universo.
Tra polveri di stelle e sbuffi di bruma,
uno spettacolo di meraviglia,
che perdura da milioni di anni,
Scoprirai che alla natura del corpo sono necessarie
assolutamente poche cose,
Mentre si consuma la nostra esistenza,
tutto ciò che di sicuro era importante fare,
sarà continuare a viaggiare.
E se vagherai oltre l'orizzonte,
lungo i binari abbandonati dal tempo
e giù per i sentieri tra le stelle,
vedrai  occhi scintillare come diamanti.
Lascia a questa cosa che palpita, che chiamiamo anima,
ossessionata dal ricordo di un paradiso perduto
opzioni sconfinate per farsi trascinare
dalla forza di qualche marea interiore.
Confuso fluttuerà il vuoto dentro di te di un possibile passato,
con l'ammonimento di prendersi cura di un possibile futuro,
perchè si sa che qualsiasi cosa avrà prima o poi il suo compimento.
.
PeSte©2016

lunedì 4 gennaio 2016

Scontro di particelle

Un cuore preso dal fascino 
ti segue ardentemente dove intendi condurlo 
e s'abbandona vinto da eterna fiducia nell'amore. 
Presta ad esso orecchie sgombre ed animo sagace,
scevro d'affanni, affinché non t'abbandoni con disprezzo,
prima di averlo inteso e percorso con la mente e col cuore.
Guarda quel che accade nel procedere spinti da un urto:
è evidente che tutta la materia dell'intero corpo si muove
ed è trascinata contro il nostro volere,
finché la nostra volontà non interviene a frenarlo.
Nel movimento, se due anime si sono incontrate e han colliso,
avviene che in opposte direzioni d'un tratto rimbalzino,
per lunghi intervalli o per brevi tratti, travagliati dal colpo.
Molte particelle vedrai stimolate dall'urto a cambiar cammino
ed ogni volta che una cosa si muta ed esce dai propri termini,
subito questo è la morte di ciò che era prima.
È necessario, in effetti, che qualcosa sopravanzi l'immutabile,
perché tutte le cose non si riducano appieno al nulla.
L'abitudine conserva il corpo incolume finché
non si presenti una forza che sia abbastanza gagliarda
in proporzione alla tessitura di ciascuno.
A quel punto un fiume, torbido per grandi piogge,
investe gli argini con forza possente;
con grande fragore li abbatte,
e travolge sotto le onde grossi macigni,
rovescia ogni cosa che oppone ostacolo ai suoi flutti.
Come i bambini trepidano e tutto temono
nelle cieche tenebre, così noi nella luce talora
abbiamo paura di cose che per nulla son da temere
più di quelle che i fanciulli nelle tenebre paventano
e immaginano prossime ad avvenire.
Ciò che è stato represso dal peso che portiamo nel petto,
rinascerà allo stesso modo ed esisterà e crescerà
e avrà vigore e forza,
quanta a ciascuna fu accordato dalle leggi di natura.

venerdì 1 gennaio 2016

Pleiadi

Stella cadente che tracci nel firmamento 
un arcobaleno scintillante di luce, 
con il naso all'insù mi incanto a guardarti. 
Oltre l'orizzonte, mi avvolgo nella tua magia,
spero che un desiderio impossibile si avveri.
Ci sono miriadi di mondi in viaggio,
per conoscere il valore di se stessi,
e un modo nuovo di vedere le cose,
per tornare al punto di partenza e conoscerle davvero.
Correndo prima che il tempo porti via i nostri sogni
prima che tutto si chiuda intorno a noi,
indurito e atrofizzato come un muscolo.
Non ti accorgi della solitudine intorno a te.
Credi di avere uno scopo, nel
camminare da funambolo sul filo teso,
da nessun posto a un altrove immobile,
ma non c'è luogo dove ogni cosa non cade o precipita.
I tuoi passi avanti servono per andare all'indietro
in progetti che finiscono nel nulla.
In un silenzio che parla più forte delle parole,
mentre le labbra si muovono ma non riesci a sentirle.
Finchè prossimi allo zero, si sprofonda,
nel vuoto di una misura che non si colma.
Solo allora le cose ti appaiono, per come sono,
indistinguibili e segnate dall'ora del disincanto.
Stella cadente, mostrami il cammino,
per le vette di quel mondo sognato, oltre l'orizzonte,
dove riempire i nostri occhi vuoti,
e cogliere ancora un bagliore di luce in una notte di meraviglia.