Noi viviamo nel nulla, dove prima della luce,
prima delle stelle, abitavano gli angeli.
Il cielo per vestito e vuoti argomenti di vite distanti.
Luoghi, quello sì, che potresti dire che t’appartengano
con la stessa forza con cui tu appartieni a loro.
Niente che assomigli a quel Paradiso multi verso,
inconsapevolmente sposato alla logica del mercato,
infinitamente povero di relazioni.
E poi l'ozio dell'amore, così inadatto alla nostra tempra randagia,
o quantomeno una falsificazione o una metafora della realtà.
Come è possibile, allora, per noi cantare la bellezza della vita?
Amare la musica e la danza, l'allegria, la convivialità,
se vaghiamo nell'immondizia delle discariche a cielo aperto,
tra Inferno e Paradiso e non poter scegliere da quale parte stare.
Nelle nostre vite lacerate dalla povertà,
dalla fame, dall'abbandono, dalla violenza, dal degrado,
e nella povertà esprimere tutto il bisogno di realizzare la bellezza?
Su questa collina dove non esiste un Dio
che si occupa del tuo destino e delle tue azioni.
Non si affatica e non si stanca per noi.
Così pieni di difetti, frustrazioni, dolori, gelosie, invidie, follie.
I nostri cuori, chiusi con la ceralacca, si spalancano d'improvviso
per un gesto nobile e sincero,
una luce si fa largo nel buio e la fiamma arde e vive
e riscalda più di ogni altra.
Chiedi a cosa è dovuto questo miracolo?
Consapevole che non gira tutto intorno a te,
e la tua anima non può essere rigida e irremovibile.
Che è la morte che da significato alla vita
e che il tuo tempo presente da condividere è così breve.
.
PeSte©2017


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