mercoledì 30 dicembre 2015

Chi dice donna dice sensualità

La biancheria intima,
indossata da una donna,
le sfiora appena la pelle, 
mentre ella si muove 
la seta le fluttua intorno, 
appoggiandosi leggera al suo seno,
non con l'intento di coprire
ma velare, per carpirla a me,
che ne sono il padrone.
I suoi occhi abbassati
non si lasciano guardare,
dolcemente la bacio,
lentamente mi stringe,
col suo sguardo profondo
mi viene a cercare
gonfio di tenerezza
e io rimango così
Poi si toglie anche l'ultimo velo
ed accenna un sorriso,
che da forza al suo invito,
io mi lascio portare,
dal bisogno più acceso
nello spazio infinito
che lei ha dentro di me.
E' una donna di classe
si aspetta una corte all’antica,
io la guardo, mi scruta,
così insolita e bella
perché basta un indizio
per ricamarci una storia,
un segno, una traccia
per costruirci un castello,
La sua pelle è bellezza,
di curve e di fianchi,
di gambe ammantate di nero
da una calza perfetta,
Ha una nuance capricciosa,
da femmina pura,
che si accentua in quel tocco di viola
sulla punta d’organza,
la sua pelle risalta, contrasta, si adatta,
tra pizzi, ricami, push-up e coulotte.
Mi piace il suo odore,
mi piace guardarla vestita di niente,
seguendo la forma, l’arco, la curva
il seno distante che riluce in penombra
Baciarle le labbra nell'amore che sboccia
sentire il tuo cuore scoppiarti nel petto
capisci così che ti stai divertendo
è proprio quando si credeva finito,
che tutto comincia
come dire il destino comanda
non serve davvero agitarsi per nulla.

martedì 15 dicembre 2015

Dio non c'è.

Dio non c'è.

.Maledetti voi e la vostra presunzione
con cui insinuate la pestilenza delle vostre dottrine,
per ergervi a giudici e carnefici e per aver reso la vita un inferno.
Siete famelici come il coccodrillo della favola,
che piange e si dispera sulle nude ossa dei miseri c'egli ha divorato.
Si deve constatare, in onore del buon senso, che voi attori, assillati da noi,
non avete cessato di recitare la vostra commedia, e noi non abbiamo cessato di ascoltarla, ormai rassegnati senza un bagliore di speranza.
Con severo cipiglio, vi sbarazzate in primo luogo, d'ogni dualismo che vi si oppone, annichilendo lo spirito di lotta, censurando le proprie convinzioni, svilendo la verità, che conosce soltanto voi e non può essere la verità di nessun altro.
Le sirene del malcontento tornano a risuonare, pronti ad allargare significativamente l’offensiva e i bombardamenti, per dare il via ad un'escalation di violenza.
Siate maledetti voi che ammassate le vostre ricchezze,
consapevoli di averle confiscate senza scrupoli,
togliendo a noi il diritto ad una vita dignitosa, almeno dignitosa.
Siete dei predatori senza scrupoli,
con null'altro valore al di fuori del rendimento e dell’investimento finanziario, in attesa, dietro l'angolo, pronti ad intimare "O la borsa o la vita"con una pistola puntata nella mano. La vostra lurida esistenza, di viscidi vermi, è al servizio del demone della carestia, per affamare miliardi di creature e ha reso questa società ingiusta, fondata su principi che non riconoscono per tutti, l'uguaglianza di fronte al diritto alla vita.
Siamo stanchi di essere poveri e tristi, siamo stanchi di voi.
Ladri, ladri! Maledetti, sarete maledetti!
.
PeSte©2015

giovedì 10 dicembre 2015

Orientarsi

A lungo ho creduto di essere una stella fissa, ma non lo sono,
sono un pianeta vagante che non serve per orientare il cammino.
Non sono d'aiuto a coloro che vogliono vederci chiaro, dentro di Sè, 
che hanno il coraggio di guardare in profondità, dentro il loro abisso.
Gli schemi ripetuti, le maschere che hanno indossato, 
le corazze e le barriere che hanno creato per diventare ciò che sono.
Io posso dirti fa’ così: sii sempre te stessa,
non smettere di nutrire quel che è la tua essenza.
La tua bellezza fulgida, il tuo orgoglio.
Ogni giorno, in ogni circostanza,
fa’ che le nubi avvolgano i tuoi luoghi in fondo all’addome e la pioggia dirompa, quando qualcuno voglia minacciarli. Non lasciarli entrare, non troppo, lascia che il sereno resti sereno variabile.

sabato 5 dicembre 2015

Io e lui diversamente disabili


.
Ho bisogno di farti una rivelazione. Ascoltami,
aiutami a fare il primo passo per abbattere il muro che da sempre esiste tra non vedenti e normovedenti, tra disabilità e normodotati.
Per quanto è vero che io sono io, talune volte mi sono tenuto distante per paura di sbagliare l'approccio, tal altre di essere sincero di cuore senza riuscirci mai veramente, perché i rapporti con gli altri sono da sempre uno dei miei problemi. Già da bambino facevo fatica ad ingoiare aria e risputarla a parole. Un disagio, un insulto protratto nel tacere di fronte alla bellezza delle parole, senza riuscire a lanciare un segnale d'aiuto o un mayday.
Ma mi sarebbe piaciuto anche e forse di più, fossi stato capace di mettere a proprio agio gli altri, uno che aiuta la gente e non può fare a meno della loro compagnia. Non è andata così. L'abitudine a guardare la bellezza mi ha messo sotto gli occhi le nostre diversità: La sua bocca non si apre elegante, non fa danzare poche sillabe alla volta, nè accenna sottili sorrisi. Non riuscivo nemmeno a capire cosa mi stesse raccontando con quella sua gioia sommessa. Parlava senza fiato, senza metodo, in un dialogo solo accennato, dove il buio regna sulla bocca incomprensibile. 
Il primo appuntamento e sono io che non capisco che non so fare niente di quello che vedo e ignoro pure che meccanismo c'è dentro e quale processo c'è dietro. Il silenzio educa all'ascolto, alle parole mute dei sentimenti taciuti, agli sguardi distanti che ti scrutano, insegna la bellezza delle cose, accende l'attenzione su chi vive la vita degli altri dal piano terra, senza disturbare nessuno. La sua vita è fatta così, resta sempre al suo posto, sempre uguale a se stessa, rigida e con poche cose da dire, senza atomi di bellezza. 
Io e lui, per certi versi siamo due pianeti simili, su orbite parallele, intorno alla vita degli altri. 
E' bella la vita di voialtri, sapete? Siete tutti belli a guardarvi.
Tra due universi c'è sempre un pezzo di strada da fare. Sono andato nella sua direzione per incontrarlo, per pedalare insieme con le nostre biciclette, nel cielo di una brezza fresca e disegnata di foglie autunnali. 
La sua scia alzava le foglie e le faceva volteggiare a destra, poi a sinistra, poi le spingeva in avanti, poi le risucchiava indietro. 
L'andatura era così fragile che ogni volta ero pronto a raccoglierlo, se ce ne fosse stato bisogno.
Le parole mute tra di noi, spiegano il valore della lentezza, rieducano all'ascolto del cuore, all'attenzione nel prendersi cura degli altri. 
Lo vedo. I suoi occhi asimmetrici, scuri e con gli angoli un poco rivolti in basso, questo pensavo, mentre stringeva morbido, le mie mani alle sue.
La mia sfera dell'intimità è data dalla distanza del mio braccio teso con il mondo, un mistero trascendentale che emerge quando c'è da conoscere un altro microcosmo. Lo ha spezzato quel suo bacio, un atto di congedo che contiene oltre il grazie anche l'arrivederci.
.
PeSte©2015