Fissava qualcosa nel vuoto senza battere ciglio,
senza sapersi e senza volersi sapere,
Poi prende le distanze dal mondo
e chiede di restare in silenzio
se è il silenzio quel che uno vuole,
perché l'amore chiede d'esistere
e non ne vuol sapere d'esser messo da parte,
ne' vuol vivere in carestia là dove regna l’abbondanza.
Straziante silenzio, da ridestare l'ululato ai lupi
e intenerire il cuor perfino ai sassi.
Qual donna è così avara di passione
da voler esser la tomba dell’amor suo
e spendere per se' l’eredità della sua bellezza,
la giovinezza del suo corpo, le amabili sembianze
su cui ogni occhio indugia.
Non è forse proibita l'usura a chi ne fa' quell'uso
che infelice rende colui che volentieri il prestito ne paga,
e sottrae se stessa, artefice di un inveterato male
all'indigente cuor suo tenuto in pegno,
fin a deprimer il corpo, invaso dagli umori a quella parsimonia.
Una distesa illimitata è il grano del suo tormento
venuto su dal nulla, schiavo del suo vizio,
ostinato a voler ciò che non lieto accoglie,
o accoglie sol ciò che lo rende inquieto al vivere
e confonde le due parti da dover distinguere,
a consumar se stesso ad una vita in solitario.
La solitudine sarà l'unica vedova che lo compiangerà
che nessuna forma di se' lascerà dietro in cotanto spreco di bellezza
Ruggine che corrode se stesso e distoglie l'occhi
a guardar per altra via, in preda a dubbi e timori,
Dolcezze non fan guerra a dolcezze e gioia di gioia si delizia,
al suon di due strumenti che cantano una stessa dolce melodia
Son due come l'unicità di sole e luna, di acqua e terra,
uno solo a furor poetico non può che esser definito uguale a nessuno
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