Sono il Re dei giullari e il primo giullare del Re.
Indosso abiti variopinti e un berretto a sonagli.
E sulla lingua una battuta arguta sempre pronta,
per dire, senza giri di parole, quel che voglio dire.
Libero non sono, servo pur sempre anch'io un padrone,
a stento riesco a inghiottire ogni boccone amaro.
Ciascuno di noi, vorrebbe che gli fosse portato rispetto,
non tanto per quello che dentro di sé uno si crede,
quanto per la parte che lo deve rappresentare dal di fuori.
Siamo sempre in lotta con noi stessi e con gli altri,
in questo grande palcoscenico che è la vita,
per ottenere l'ammirazione, la stima e il rispetto altrui.
Esser felici per quel che siamo, per me null'altro conta,
non tanto per ciò che vorremmo essere,
tantomeno per quel che gli altri vorrebbero che fossimo.
.
PeSte©2016
domenica 30 ottobre 2016
venerdì 28 ottobre 2016
La leggenda di Colapesce.
.
Ho veduto macerie di un mondo che trema,
che sussulta e si sposta come un'onda,
dissipare l'energia per agitare i cuori.
Ed è il respiro della terra più che l'ira celeste
che gli dei non si curano affatto di queste cose,
né rimproverano al mondo la corruzione nella quale è caduto.
Se perdura in voi il senso di colpa,
per le mancanze nei vostri atti dovuti,
non rammaricatevi con il povero Colapesce,
reo a parer vostro, di traballare nel reggere il gravoso peso.
E' una credenza che sopravvive ancor oggi,
sebbene il valore del sacrificio sia in se stesso infinito,
che egli impavido sorregga con tutte le sue forze,
la terra su cui è edificata la città di Messina,
per far si che l'abitato non sprofondi negli oscuri abissi.
Nasce in Sicilia l'accenno di quest'eroica impresa,
scritta probabilmente a cavallo del '200,
Racconta di un giovane amante del mare,
che lo amava a tal punto, da passare gran parte del giorno,
immerso nei fondali della costa orientale siciliana,
per ammirare la vita, le forme e i colori di quel magico mondo.
Ma come sempre capita la storia non può finire bene.
Un dì, un re superbo e crudele giunse nella città di Messina.
Invidioso del ragazzo, gettò una coppa d'oro in fondo al mare,
per sfidare la resistenza di Colapesce nel recuperarla.
Il giovane si tuffò e tra le ombre degli abissi,
scoprì che la sua terra era sorretta da tre colonne,
una per ogni vertice geografico dell'isola:
la prima era in buono stato, la seconda era lesionata,
la terza, proprio sotto Messina, era prossima alla rottura.
Tornato in superficie, con la coppa d'oro, allo stremo delle forze,
raccontò tutto al suo re. Il Monarca non ascoltò ragioni,
adirato dalle suppliche della figlia innamorata di Colapesce.
Lo costrinse ad immergersi nuovamente,
nella speranza crudele che non facesse ritorno,
con la promessa di ottenere la mano della principessa.
Colapesce si tuffò senza esitare, ma una volta sott'acqua,
ecco che si scatenano gli eventi tellurici.
Tutto sembra precipitare, sennonché l'eroico giovane
decide di assurgere al posto della colonna che cede,
così la scelta generosa del ragazzo compie il suo destino.
.
PeSte©2016
sabato 15 ottobre 2016
Lussuria
Lussuria
.
Gettami pur nel letto, dice, entrandomi dagli occhi
gli stessi miei che l'han ritratta al naturale,
che non si fa l'amor con Venere tentando alla cieca.
L'amor, che si può definir follia dell'anima,
non ha titolo per legittimar tanto pudore,
sentimento artificioso e deprecabile nel momento dell’enfasi.
Ordunque diamo principio agli amorosi affetti,
d'esser amato e amante secondo legge di natura,
e lei che non vede l'ora di mostrar di se' tanta bellezza,
nel darsi in quel che da lungo tempo il mio cuor sospira:
d'allargar le cosce, così che possa meglio esser veduta.
Succosa carne da cuocer sotto e sopra e rigirar più volte
e sulla griglia veder tutto quell'oro che cola,
che la donna prima va fatta soffriggere e poi divorata.
Lasciar che mi fotta l'anima, mentre attratto
le scivolo lento lungo la schiena, preda di un desiderio crescente,
giù fino a sfiorarle la forma morbida del suo bel culo,
tondo come il mondo con l'anima in fondo.
Questo piacer, ingiustamente messo alla gogna,
ignobilmente definito lussuria da perfide morali e filosofie,
reca soltanto bene all'umana specie.
Purché ciò resti peccato e nell'inferno non cambi il suo girone,
che dove inizia con l'esser vizio e giunga ad esser virtù
non avrà più gusto la voglia di cader in tentazione.
Nessuno si senta offeso da questo mio sconcio
che tratta come rivoltar le donne come un calzino
del naturale lottar con loro con ogni sorta d'appendice,
sperando che per queste mie parole,
il pane e l'arte non abbiano a soffrire
.
Gettami pur nel letto, dice, entrandomi dagli occhi
gli stessi miei che l'han ritratta al naturale,
che non si fa l'amor con Venere tentando alla cieca.
L'amor, che si può definir follia dell'anima,
non ha titolo per legittimar tanto pudore,
sentimento artificioso e deprecabile nel momento dell’enfasi.
Ordunque diamo principio agli amorosi affetti,
d'esser amato e amante secondo legge di natura,
e lei che non vede l'ora di mostrar di se' tanta bellezza,
nel darsi in quel che da lungo tempo il mio cuor sospira:
d'allargar le cosce, così che possa meglio esser veduta.
Succosa carne da cuocer sotto e sopra e rigirar più volte
e sulla griglia veder tutto quell'oro che cola,
che la donna prima va fatta soffriggere e poi divorata.
Lasciar che mi fotta l'anima, mentre attratto
le scivolo lento lungo la schiena, preda di un desiderio crescente,
giù fino a sfiorarle la forma morbida del suo bel culo,
tondo come il mondo con l'anima in fondo.
Questo piacer, ingiustamente messo alla gogna,
ignobilmente definito lussuria da perfide morali e filosofie,
reca soltanto bene all'umana specie.
Purché ciò resti peccato e nell'inferno non cambi il suo girone,
che dove inizia con l'esser vizio e giunga ad esser virtù
non avrà più gusto la voglia di cader in tentazione.
Nessuno si senta offeso da questo mio sconcio
che tratta come rivoltar le donne come un calzino
del naturale lottar con loro con ogni sorta d'appendice,
sperando che per queste mie parole,
il pane e l'arte non abbiano a soffrire
usa e abusa
Usami e abusami.
Fallo senza ritegno, senza scrupolo alcuno,
sono solo un ponderatore di profondi dilemmi,
per cui subisco, arretro, mi danno l'anima,
purché tu possa darmi una verità plausibile.
Inventala, lasciami credere che ci sia,
da qualche parte una piccola, sottile, verità,
che permetta di compiere una scelta consapevole,
e non tiri fuori dall'anima i miei istinti peggiori.
Violentami e annienta i miei sensi,
svuotami le braccia, più giù dove pulsa la vita,
tanto il cuore che possiedo è un cuore corruttibile,
sa bene che questo tipo d’amore è difficile da trovare.
Prima che la rabbia si scateni, fa un respiro profondo
e sentenzia le tue verità incontrovertibili.
Guardami con distacco, convinta che sia quello
il metodo migliore per rimanere obiettiva,
la giusta dicotomia che occorre tra sentimento e ragione.
Fallo a prescindere da ogni eventuale confronto.
E alla fine cancellami come se avessi passato una gomma
sopra un tratto di matita e restino solo pochi trucioli
e un segno leggero, appena impresso sulla carta.
.
PeSte©2016
Fallo senza ritegno, senza scrupolo alcuno,
sono solo un ponderatore di profondi dilemmi,
per cui subisco, arretro, mi danno l'anima,
purché tu possa darmi una verità plausibile.
Inventala, lasciami credere che ci sia,
da qualche parte una piccola, sottile, verità,
che permetta di compiere una scelta consapevole,
e non tiri fuori dall'anima i miei istinti peggiori.
Violentami e annienta i miei sensi,
svuotami le braccia, più giù dove pulsa la vita,
tanto il cuore che possiedo è un cuore corruttibile,
sa bene che questo tipo d’amore è difficile da trovare.
Prima che la rabbia si scateni, fa un respiro profondo
e sentenzia le tue verità incontrovertibili.
Guardami con distacco, convinta che sia quello
il metodo migliore per rimanere obiettiva,
la giusta dicotomia che occorre tra sentimento e ragione.
Fallo a prescindere da ogni eventuale confronto.
E alla fine cancellami come se avessi passato una gomma
sopra un tratto di matita e restino solo pochi trucioli
e un segno leggero, appena impresso sulla carta.
.
PeSte©2016
sulla porta dell'infinito
Stella cadente
che tracci nel firmamento
un arcobaleno scintillante di luce,
con il naso all'insù mi incanto a guardare,
oltre l'orizzonte, mi avvolgo nella tua magia,
spero che un desiderio impossibile si avveri.
Luce che ti manifesti nella cosmica profondità,
misura ingannevole del passaggio del tempo,
accendi una traccia sottile che illumini
la tranquillità della notte che mi circonda.
Affacciato sull'infinito a contemplarne il mistero,
nel buio estatico dove bearsi della visione delle stelle,
ammassi di volumi in disarmonia nel caos primordiale,
prima del mare, della terra e del cielo,
in quel suolo anonimo in cui la vita si precipita da sé.
Guarda Sirio la stella più splendente,
quella è Canopo nella costellazione di Carena,
quella è Arturo, Alfa Centauri, Vega, Procione,
Capella, Betelgeuse astri nel cielo della notte
che guidano l'anima sulla rotta dell'esistenza di Dio.
.
PeSte©2016
che tracci nel firmamento
un arcobaleno scintillante di luce,
con il naso all'insù mi incanto a guardare,
oltre l'orizzonte, mi avvolgo nella tua magia,
spero che un desiderio impossibile si avveri.
Luce che ti manifesti nella cosmica profondità,
misura ingannevole del passaggio del tempo,
accendi una traccia sottile che illumini
la tranquillità della notte che mi circonda.
Affacciato sull'infinito a contemplarne il mistero,
nel buio estatico dove bearsi della visione delle stelle,
ammassi di volumi in disarmonia nel caos primordiale,
prima del mare, della terra e del cielo,
in quel suolo anonimo in cui la vita si precipita da sé.
Guarda Sirio la stella più splendente,
quella è Canopo nella costellazione di Carena,
quella è Arturo, Alfa Centauri, Vega, Procione,
Capella, Betelgeuse astri nel cielo della notte
che guidano l'anima sulla rotta dell'esistenza di Dio.
.
PeSte©2016
Iscriviti a:
Commenti (Atom)



