Una leggera smorfia sulla bocca le altera il volto
e gli sguardi fanno presagire il suo pensiero.
C’è sempre un perché ai silenzi prolungati.
Scivolano addosso pian piano e si infilano dal collo alle spalle,
alle braccia, allo stomaco, alle gambe e poi giù fino ai piedi.
Ambigui, così da farli sembrare un'incredibile coincidenza.
Sono giudizi poco attenti, distratti, buttati a caso.
e danno lezioni impartite a ciascuno in modo differente
Un'onda esausta, diluita, sfiancata dall'azione di contenimento.
che arriva a macchia d’olio a colonizzare tutto,
per non favorire l'eccessivo accumulo di consonanti sulla lingua.
Non è un unico tempo e non è mai la stessa cosa.
Il risultato di riflesso è chiaro, asciutto, pulito, lineare ed essenziale
provoca lacerazioni senza tessuto, ferite senza carne.
Se il sole esplodesse non ce ne accorgeremmo per otto minuti
giusto il tempo che impiega la luce ad arrivare fino a noi,
la terra sarebbe ancora illuminata e sentiremmo ancora il suo calore
Negli otto minuti che seguirono tutto sembrò uguale,
dopo, prima di ricomporre i pezzi,
le parve di caricarsi addosso tutto il peso del mondo.
Peste@2015
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