giovedì 4 maggio 2017

W la Rivoluzione

Questo non è certo un paese per giovani.
E' paralizzato, incapace di reagire.
Attende il declino senza muovere un dito.
Distoglie lo sguardo dall'imminente disfatta. 
Ci sono persone che stanno alla canna del gas.
Camminano in equilibrio sopra un filo sottilissimo,
consapevoli che se si spezzerà e cadranno,
non ci sarà possibilità alcuna di potersi rimettere in piedi.
Questa è una civiltà senza più civiltà,
"serva e di dolore ostello,
nave senza nocchiero in gran tempesta,
non donna di province ma bordello"
Dante la vide così e così è rimasta,
con le stesse "magagne" di sempre.
In perenne attesa dell'uomo della provvidenza.
Non importa quanto talento abbia,
quanto le sue idee siano geniali,
non è questo che conta...
Abbiamo un debole per la "carognetta" di turno,
con il profilo personale in regime autoritario,
pronto a predicare la "crescita" mentre siamo in "declino".
Con l’uso del dileggio e dell’insulto e mascalzone quanto basta.
La sua immagine pubblica è ridanciana e goliardica.
Non ama il basso profilo, non evita le telecamere,
non parla a bassa voce, non coltiva le virtù della pacatezza,
dell'equilibrio e della prudenza.
Certi valori dell'individuo e la dignità
non devono essere caratteristiche essenziali
richieste dal suo curriculum poiché è cosa nota,
che fare la carogna in politica paga sempre.
Quando ero giovane ero convinto
che ci sarebbero stati margini di miglioramento.
Qualcuno avrebbe fatto la differenza.
Cambiato le cose. Abbattuto i privilegi.
Non è andata così.
Questi cialtroni ostentano il clientelismo senza vergogna.
Aprono porte, stringono mani, chiedono e ricevono favori,
spinti da un’ambizione sempre più sfrenata.
Occorre liberare la rabbia, liberare l’indignazione.
Smettere di sperare e fare la rivoluzione, quella vera,
quella che noi italiani non siamo mai stati capaci di fare.
Regrediti al feudalesimo, era storica di privilegi e delle caste.
Era storica d'insieme di legami personali e politici.
Era storica di infinite gabelle.
Di ricchi troppo ricchi e poveri troppo poveri
e lo "jus primae noctis" il diritto del Principe
di usufruire della prima notte di nozze con la sposa,
che presto sarà promulgato
se resta questo il sistema con cui andremo avanti.
Solo la rivoluzione riesce a cambiare le cose,
come quella francese del 1789,
che somiglia un po' al nostro Risorgimento.
E' giunto il momento di fare il Ripristino.
Della legalità, dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione,
di smontare questo baraccone che umilia,
toglie ogni decoro a questo Paese, che è il mio Paese.
Non c’è più spazio per il silenzio, non c'è altro tempo da aspettare,
pronti ad essere persone libere e a menare le mani se occorre.